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Olimpiadi

Tuffi, l’Italia chiude con tre quarti posti alle Olimpiadi di Parigi e il digiuno prosegue

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Chiara Pellacani
Pellacani / Lapresse

3 ori, 5 argenti e 3 bronzi: è questo il medagliere olimpico dei tuffi nella storia italiana. Si sperava di avere un aggiornamento, dopo che le ultime a dare un contributo importante erano state Tania Cagnotto e Francesca Dallapè, con la campionessa bolzanina capace di conquistare il bronzo dai tre metri e l’argento con Francesca nel syncro sempre dai tre metri a Rio 2016.

Il digiuno prosegue dopo le Olimpiadi di Parigi ed è la seconda edizione consecutiva che la compagine tricolore non sale sul podio. Certo, questa disciplina è particolarmente complicata: competere con un Paese come la Cina, capace di vincere tutte le gare e di conquistare 8 ori, 2 argenti e 1 bronzi (11 podi) rende tutto particolarmente arduo.

Ci sono stati tre quarti posti, ovvero nelle Finali uomini e donne del syncro dai tre metri e nella gara femminile individuale sempre dai tre metri. Ci sono delle differenziazioni da fare. Nel caso delle gare in coppia, oggettivamente, difficile aspettarsi più di quanto fatto da Giovanni Tocci/Lorenzo Marsaglia e da Chiara Pellacani/Elena Bertocchi. Il ragionamento si può sviluppare sul coefficiente di difficoltà delle rotazioni che a livelli così alti è un fattore discriminante.

Per quanto riguarda la gara di Pellacani (individuale), è lecito dire che la tuffatrice nostrana non abbia sfruttato un’occasione. La sporcatura sul primo tuffo, ovvero doppio e mezzo indietro, è costata carissimo nell’economia della gara. Una Finale in cui la cinese Chang Yani non è stata perfetta e, sbagliando in maniera importante il primo tuffo, aveva dato una chance. Questo discorso viene rafforzato anche dal fatto che Chiara in semifinale avesse ottenuto un punteggio tale che le avrebbe permesso di conquistare il bronzo.

Di conseguenza, l’azzurra aveva la possibilità di centrare l’obiettivo. Si spera che, un po’ come fatto da Cagnotto nel suo percorso, la cura dei particolari sia sempre migliore in quanto Chiara ha un grande potenziale e, provando a innalzare i coefficienti, potrebbe diventare sempre più un riferimento. A Los Angeles 2028 avrà 26 anni e sarà nel pieno della sua maturità agonistica e quindi ci sono chance per aggiornare il tesoretto tricolore.

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