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Ciclismo

Fuga bidone alla Vuelta come a L’Aquila nel 2010? Adesso O’Connor sarà difficile da scalzare

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Ben O'Connor
O'Connor 7 Lapresse

Ben O’Connor ha inscenato una mirabolante fuga bidone nella sesta tappa della Vuelta di Spagna: ha attaccato da lontano e ha trionfato in solitaria sul traguardo di Yunquera, infliggendo un distacco di addirittura 6’31” al gruppo dei migliori. L’australiano ha regalato grande spettacolo durante una frazione particolarmente mossa ed è risultato imprendibile, il plotone è sembrato quasi arrendevole e non si è adoperato più di tanto per provare a limitare i danni.

I sei minuti e mezzo (che lievitano a 6’47” considerando i vari abbuoni) guadagnati dall’alfiere della Decathlon AG2R La Mondiale hanno stravolto la classifica generale e hanno dato un nuovo connotato al terzo Grande Giro della stagione. Ben O’Connor primeggia in graduatoria con 4’51” su Primoz Roglic, 4’59” su Joao Almeida, 5’23” su Enric Mas, 5’29” su Antonio Tiberi. Oggettivamente si tratta di margini interessanti, considerando le ottime doti dell’oceanico.

Il 28enne è stato quarto all’ultimo Giro d’Italia, quarto al Tour de France 2021 (anche in quell’occasione entrò in una fuga buona), settimo alla Vuelta 2022. Stiamo dunque parlando di un uomo di esperienza, con precedenti solidi, con buone doti da scalatore e in grado di difendersi in montagna: vero che mancano ancora quindici frazioni e che il percorso è infarcito di salite impervie, ma non sarà semplice recuperare cinque minuti a un ciclista di questa caratura.

Roglic e gli altri big lo hanno sottovalutato? Non hanno considerato O’Connor capace di rimanere in lotta per la vittoria e il podio finale? Di sicuro ora saranno obbligati ad attaccare per provare a recuperare il distacco tappa dopo tappa: serviranno affondi insistenti per erodere in maniera importante questo vantaggio. A qualcuno sarà venuta in mente la tappa di L’Aquila del Giro d’Italia 2010: lo spagnolo David Arroyo sognò fino alla 19ma tappa, quando poi Ivan Basso riuscì a superarlo e a indossare la maglia rosa, ma l’iberico fu comunque secondo sul podio finale di Verona davanti a Vincenzo Nibali.

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