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Ciclismo

Il ritorno di Tadej Pogacar al GP di Montreal: primo test in vista di un Mondiale che somiglia ad una Liegi

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Tadej Pogacar
Pogacar / LaPresse

Una stagione già leggendaria per Tadej Pogacar. Il fenomeno sloveno della UAE Team Emirates ha scritto la sua personale pagina di storia diventando l’ottavo uomo a firmare la doppietta Giro-Tour, entrando in una ristrettissima cerchia di campioni dal nome di Fausto Coppi, Jacques Anquetil, Eddy Merckx, Bernard Hinault, Stephen Roche, Miguel Indurain e Marco Pantani. Ma c’è ancora qualcosa a ispirarlo: il colpaccio Mondiale.

Il percorso di Zurigo del prossimo 29 settembre è difatti assai vicino ad una classica, con 280 chilometri da percorrere ed un dislivello complessivo di 4500 metri distribuito su un circuito di 27 chilometri da ripetere per sette volte. E dunque, come prepararsi al meglio? Con due gare che ci somigliano fortemente come il Gran Premio del Quebec e quello di Montreal.

In entrambi i casi non c’è un metro di pianura. Tante piccole salite aggressive, che raggiungono pendenze cattive e superiori anche al 10%, senza un momento per poter respirare. Saranno due gare propedeutiche per una competizione iridata che somiglia tanto ad una Classica già da lui incamerata, la Liegi-Bastogne-Liegi.

Sappiamo come, quando Pogacar si mette in testa una cosa, fa di tutto per poterla portare a termine. E se vede nel Mondiale una giusta occasione per sé, allora potete star certi che potrà provarci in qualsiasi maniera. E il viaggetto in Canada prima di Zurigo servirà per mettere alla prova le proprie gambe.

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