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Golf: Wentworth chiama con il BMW PGA Championship. Manassero sul luogo del trionfo del 2013 con quattro altri azzurri

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Matteo Manassero
Manassero / PA Wire/PA Images / IPA Sport

Era il 2013, e Matteo Manassero era sempre più sulla bocca di tutti. Lo fu ancora di più, grazie alla vittoria in uno dei templi del golf europeo, Wentworth. La ottenne al playoff contro Simon Khan e Marc Warren, al tempo in cui il torneo si disputava a maggio (il 26, nello specifico) e non a settembre come ora. Vero e proprio simbolo del tour europeo, il BMW PGA Championship ha visto in passato anche due altri italiani mettersi in tasca la vittoria. Uno è Costantino Rocca, che nel 1996 si tolse la soddisfazione di precedere Nick Faldo, che sfiorò soltanto una quinta vittoria (le sue quattro sono un record che, ad ogni modo, nel breve periodo non potrà essere battuto). L’altro, naturalmente, è Francesco Molinari, che nel 2018, pochi mesi prima di diventare Champion Golfer of the Year vincendo l’Open Championship, si mise alle spalle Rory McIlroy con un grande ultimo giro.

Oggi il veneto ritorna con tanto credito dalla sua parte. Ormai alle porte del ritorno tra i primi 100 del mondo dopo 10 anni, Manassero è anche tra gli uomini che possono acquisire la carta per giocare sul PGA Tour nel 2025. Un discorso che riguarda anche Guido Migliozzi, pieno di voglia di riprendere una marcia interrotta all’Irish Open a causa di un problema di natura influenzale. I due sono sesto e nono tra coloro i quali, nella Race to Dubai, non hanno già in mano la possibilità di giocare sul tour americano. Ma non sono solo loro a puntare a un grande risultato, anche se non sarà facile di fronte a un field che, come da tradizione, porta in scena tanti grandi campioni: Rory McIlroy, Robert MacIntyre, Tommy Fleetwood, Matt Fitzpatrick, Billy Horschel, Byeong Hun An, Si Woo Kim sono solo alcuni dei nomi che vedremo impegnati.

Golf: Matteo Manassero, sempre più concreta la speranza PGA Tour. E anche Guido Migliozzi è in piena corsa

In gara, infatti, ci sono anche altri tre giocatori italiani. Andrea Pavan, in particolare, ha un ottimo motivo per cercare di far bene anche qui, perché al momento proprio nella Race to Dubai è al 52° posto. Ora, i primi 70 partecipano al penultimo evento stagionale, l’Abu Dhabi Championship, di scena dal 7 al 10 novembre, ma i primi 50 prendono parte, la settimana successiva, al DP World Tour Championship, l’atto finale del circuito europeo in quel di Dubai. Un evento che lui ha tutte le possibilità di raggiungere, soprattutto considerata una stagione che, finora, è da quasi 150 posti recuperati nel ranking mondiale.

In campo anche Francesco Molinari, che, come abbiamo detto, questo torneo l’ha vinto nel 2018, ma avrebbe potuto portarlo a casa in almeno altre due occasioni: nel 2015, quando fu in testa per tre giri su quattro, e nel 2017, quando spuntò lo svedese Alex Noren con un clamoroso 62 a beffare chiunque altro e a mandare il torinese al secondo posto. In generale, da solo Chicco conta una vittoria, un secondo, un quinto, due settimi (2012 e 2014) e due noni (2013 e 2022) posti a Wentworth: per distacco il miglior azzurro su questo percorso. Mai troppo fortunato qui, invece, suo fratello Edoardo, anche lui comunque al via con i galloni di vicecapitano di Ryder Cup per il 2025 (e, a tal proposito, la corsa alla qualificazione è già partita).

Si tratta di un evento che, negli anni, è spesso piaciuto ai tricolori che sono andati a giocarlo: ricordiamo, infatti, negli ultimi anni il 7° posto di Renato Paratore nel 2020 e il 6° di Francesco Laporta (che era primo dopo tre giri) nel 2021. Ancora, ci sono il 7° di Matteo Manassero nel 2011 (non andò bene nell’ultimo giro, ma anche qui era in lotta per vincere), il 9° di Silvio Grappasonni nel 1995. Talvolta, poi, a Wentworth si sono verificati particolari incroci con la storia, quella del mondo. Come nel 2022, quando la morte della Regina Elisabetta II, avvenuta il 7 settembre, causò l’attivazione dell’Operazione London Bridge, cioè tutti i preparativi funerari e non solo per i giorni successivi, e l’accorciamento a 54 buche del torneo.

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