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Atletica
Atletica, Diamond League: Gatlin sfreccia, Lavillenie vola, grande Croazia… e la Okagbare vince due gare!
Dopo la tappa inaugurale di Doha, in Qatar, la Diamond League 2014 si è spostata all’estremo oriente del continente asiatico, nella metropoli cinese di Shanghai.Nelle sedici prove in programma non sono mancate le emozioni e soprattutto le grandi prestazioni.
Assente Usain Bolt, gli occhi erano comunque puntati sulla prova regina, quella dei 100 metri piani maschili. L’unico a scendere sotto i dieci secondi è stato il campione olimpico di Atene 2004, Justin Gatlin, che ha realizzato il miglior tempo mondiale dell’anno in 9″92. Giamaica comunque presente sul podio con Nesta Carter (10″12), mentre l’altro statunitense Michael Rodgers si è classificato terzo (10″18). Presente anche l’eterno atleta di Saint Kitts & Nevis, Kim Collins, quinto in 10″25.
Attesa anche per il ritorno ad alto livello di Renaud Lavillenie, unico ad avere in bacheca tutti e quattro i diamanti delle scorse edizioni nella sua specialità. Il campione olimpico del salto con l’asta non ha tradito le attese, nonostante l’infortunio che ha interrotto la sua perparazione, vincendo il concorso a 5,92 metri, miglior misura mondiale dell’anno. Il francese guarda dall’alto il greco Kostadinos Filippidis, che si è fermato trenta centimetri più in basso, così come il cinese Xue Changrui, terzo, ed i giapponesi Daichi Sawano e Seito Yamamoto. Male i tedeschi, con Malte Mohr e Raphael Holzdeppe fermi a 5,52 m.
Tra le protagoniste più attese c’era certamente la discobola Sandra Perković, che non ha tradito le attese realizzando uno straordinario lancio a 70,52 metri, un centimetro meglio il suo primato. La croata ha così stabilito la miglior prestazione stagionale, il record nazionale ed il record del meeting. Sul podio, ben distanti dalla campionessa olimpica, hanno terminato l’australiana Dani Samuels (67,89 m) e la vicecampionessa mondiale francese Mélina Robert-Michon (62,66).
Croazia sugli scudi anche nel salto in alto femminile, ma non con Blanka Vlašić, qui assente, bensì con la ventiquattrenne Ana Šimić. Saltando 1,97 metri al primo tentativo, l’erede designata di Blanka è salita al comando delle liste stagionali, prima di sbagliare i tre tentativi ad 1,99 m. Con 1,92 metri, la statunitene Inika McPherson e la spagnola Ruth Beitia hanno completato il podio in seconda e terza posizione, mentre gli errori hanno lasciato al quarto posto l’uzbeka Svetlanda Radzivil, seppur con la stessa misura.
Vittoria prevedibile nei 1500 metri femminili, dove si è imposta la svedese di origini etiopi Abeba Aregawi. Unica a scendere sotto i quattro minuti, la scandinava di adozione ha stabilito il nuovo primato mondiale stagionale in 3’58″72, precedendo sul traguardo la statunitense Jennifer Simpson (4’00″42) e l’olandese Sifan Hassan, capace di stabilire il primato nazionale in 4’01″19.
Nell’altra prova del mezzofondo femminile, i 3000 siepi, la giovane statunitense Emma Coburn ha sorpreso tutti realizzando il miglior crono mondiale stagione in 9’19″80 e vincendo per distacco al cospetto delle etiopi Sofia Assefa (9’25″76) ed Hiwot Ayalew (9’27″25).
Grande prestazione anche nel lancio del giavellotto maschile, con l’egiziano Abd Ihab El Rahman che ha stabilito il nuovo record africano con il suo lancio ad 89,21 metri. El Rahman, che ha realizzato anche la miglior prestazione mondiale stagionale, ha fatto oltre cinque metri meglio dello svedese Kim Amb (84,14 m) e del ceco Vítězslav Veselý (83,80 metri). Continua la parabola discendente del finlandese Tero Pitkämäki, sesto.
Nel salto in lungo femminile, la nigeriana Blessing Okagbare, ottima interprete anche della velocità, ha realizzato il nuovo record del meeting con un salto a 6,86 metri al primo tentativo. L’africana, che ha saltato solo tre volte sulle sei prove a disposizione, in quanto iscritta anche ai 200 metri, ha fatto solamente un centimetro meglio della serba Ivana Španović, che ha da poco compiuto ventiquattro anni, festeggiati con il nuovo primato nazionale. Podio anche per la tedesca Sosthene Moguenara, con la misura di 6,79 metri. Tra le favorite, hanno deluso la russa Dar’ja Klišina (quinta a 6,62 m), la statunitense Funmi Jimoh (settima a 6,56 m) e la britannica Sarah Proctor (nona con 6,52 m).
La stessa Okagbare, ripreso fiato dalla gara del lungo, si è aggiudicata anche quella dei 200 metri in 22″36, stabilendo così un altro record del meeting. Se la discussa giamaicana Veronica Campbell-Brown (23″08) ha chiuso solo quinta, alle spalle della nigeriana hanno terminato la bahamense Anthonique Strachan (22″50) e la statunitense Kimberlyn Duncan (22″96).
Anche i padroni di casa hanno ottenuto una vittoria, grazie a Xie Wenjun che ha ottenuto il massimo risultato nella prova dei 110 metri con ostacoli stabilendo il suo primato personale (13″23). Beffati sul traguardo il francese Pascal Martinot-Lagarde (13″26) e lo statunitense David Oliver (13″28), che mantiene il primato nella classifica della Diamond League dopo la vittoria di Doha. Per il suo rientro in gara, il cubano Dayron Robles ha chiuso sesto.
La prova dei 400 metri con ostacoli ha premiato lo statunitense Michael Tinsley, che ha chiuso la prova in 48″77, stabilendo il record del meeting. Alle sue spalle, staccato di nove centesimi, il senegalese Mamadou Kassé Hanne, divenuto famoso per un caso di ubiquità (rivelatosi poi un errore). Podio anche per l’altro atleta a stelle e strisce, Bershawn Jackson (48″92).
Prova deludente nei 400 metri femminili, dove si è imposta la giamaicana Novlene Williams-Mills in 50″31, precedendo di sei centesimi la favorita Amantle Montsho (Botswana). L’altra giamaicana Stephenie Ann McPherson ha chiuso terza in 50″54, davanti alle deludenti statunitensi Francena McCorory (50″57) ed Allyson Felix (50″81).
Non decolla neanche il salto triplo, con Lyukman Adams che vince con 17,10 metri. Alle spalle del russo, le misure sono ancor più modeste: 16,76 m per il cubano Lázaro Martínez, secondo, 16,69 m per il cinese Dong Bing, terzo. Addirittura fuori dal podio con 16,65 m lo statunitense Christian Taylor, mentre il britannico Philips Idowu ha chius sesto.
Negli 800 metri uomini la vittoria è andata al keniota Robert Biwott, che ha ottenuto il suo primato personale grazie al tempo di 1’44″69. Alle sue spalle, l’algerino Taoufik Makhloufi (1’44″73) ed il sudafricano Andre Olivier (1’44″85), che ha avuto la meglio solamente al fotofinish sull’altro rappresentante del Kenya Jeremiah Kipkorir Mutai, classificato con lo stesso tempo. Miglior europeo, l’esperto polacco Marcin Lewandowski ha chiuso quinto.
I 5000 metri maschili hanno premiato l’etiope Yanew Alamirew (13’04″83, record del meeting). Nel solito duello tra Kenya ed Etiopia, gli etiopi hanno conquistato anche il terzo gradino del podio con Hagos Gebrhiwet (12’06″88), lasciando ai rivali il secondo con Thomas Pkemei Longosiwa (13’05″44).
Tripletta statunitense nel getto del peso maschile, dove ha trionfato Christian Cantwell (21,73 m, record del meeting), capace di fare meglio dei connazionali Joe Kovacs (21,52 m, nuovo record personale) e Ryan Whiting (21,31 m). Delusione per il tedesco David Storl, solo quarto con 21,09 m, così come per il polacco Tomasz Majewski, che ha chiuso al quinto posto (20,93 m).
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giulio.chinappi@olimpiazzurra.com