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F1, Il confronto fra il 2024 e il 2023. Il lavoro in fabbrica può spostare gli equilibri, senza ricorrere al “Messia”!

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Ferrari Singapore
Ferrari Singapore / LaPresse

L’anomala pausa autunnale della Formula 1 rappresenta l’occasione propizia per effettuare alcune analisi “a bocce ferme”, senza che le carte in tavola cambino ogni settimana a causa dell’incessante susseguirsi dei GP. Un approfondimento semplice, quanto interessante, è quello legato al confronto tra i punti ottenuti da ogni team tra il 2023 e il 2024.

Siamo esattamente a tre quarti di stagione (18 gare su 24). Allo scopo di avere un raffronto chiaro, è bene guardare alle differenze sia in termini assoluti che in termini percentuali. Nella seguente tabella sono dunque indicati i punti guadagnati o persi fra il 2023 e il 2024, sottolineando anche l’ampiezza della variazione in rapporto a quanto conseguito l’anno passato e la posizione occupata nel Mondiale costruttori.

+ 274 pts McLaren (+113,2%). Da 4a a 1a.
+ 119 pts Ferrari (+37,0%). Sempre 3a.
+ 24 pts Racing Bulls (+240,0%). Da 10a a 6a.
+ 19 pts Haas (+158,3%). Da 9a a 7a.
– 10 pts Williams (-38,5%). Da 7a a 8a.
– 15 pts Mercedes (-4,4%). Da 2a a 4a.

– 16 pts Sauber (-100,0%). Da 8a a 10a.
– 87 pts Alpine (-87,0%). Da 6a a 9a.
– 150 pts Aston Martin (-63,6%). Sempre 5a.
– 229 pts Red Bull (-32,5%). Da 1a a 2a.

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Il dato più eclatante è forse rappresentato dal fatto che Aston Martin sia sempre quinta, nonostante sia una delle squadre più peggiorate! È dunque evidente come siano radicalmente cambiati i rapporti di forza, soprattutto nel novero dei top team. Al riguardo, il termometro di quanto accaduto è la situazione della Mercedes, apparentemente paradossale.

I punti sono all’incirca gli stessi, ma la Stella a Tre Punte è scivolata di due posizioni rispetto al 2023, perché se l’anno scorso era ingaggiata in un testa a testa con la Ferrari per la piazza d’onore, ora si ritrova quarta a “bagnomaria”. Eppure, il pesantissimo conteggio delle vittorie dice 3-0 in favore della stagione corrente! Dati a prima vista in contraddizione gli uni con gli altri.

Come spiegare tutto ciò? Semplice, è proprio cambiata la dinamica del Mondiale, totalmente differente; ed è bene ricordare come non vi siano state rivoluzioni regolamentari o trasferimenti eclatanti di piloti o di tecnici. Semplicemente, la differenza l’ha fatta il lavoro svolto in fabbrica. Da quanto tempo non capitava? La dinamica sembrava morta e sepolta, invece eccola rifiorire in tutto il suo splendore.

Questo significa che non è necessario procrastinare all’alba del 2026, ingaggiare il Lewis Hamilton o l’Adrian Newey di turno per spostare gli equilibri. Si possono muovere mari e monti semplicemente con l’intelletto ingegneristico, come hanno saputo fare a Woking e – in maniera minore – a Maranello.

Perché bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare. La Ferrari è uno dei team più migliorati. Non a sufficienza per vincere il Mondiale? Amen. Il Cavallino Rampante non conquista quello piloti dal 2007 e quello costruttori dal 2008. A questo punto, un anno più o in meno, che differenza fa? L’importante è avere la consapevolezza di poter cambiare il centro di gravità solo grazie al duro lavoro, senza dover per forza di cose “affidarsi al Messia”.

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