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Ciclismo

Tadej Pogacar si prende tutto: campione del mondo a Zurigo dopo un attacco a 100 km dall’arrivo

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Tadej Pogacar
Tadej Pogacar - Lapresse

Giro d’Italia, Tour de France, Liegi-Bastogne-Liegi ed ora i Mondiali. Era il corridore più atteso, non poteva sbagliare ed ha trionfato in grandissimo stile, alla sua maniera: Tadej Pogacar va all’attacco a 100 chilometri dal traguardo, ne percorre 50 in solitaria sul percorso durissimo di Zurigo e si prende la maglia arcobaleno. Una carriera da sogno per lo sloveno che è sulla strada giusta per diventare uno dei più forti corridori della storia di questo sport, un palmares clamoroso, un modo di correre che esalta il pubblico sempre di più. Per la Slovenia è il primo titolo mondiale, una nazione che ha praticamente vinto tutto il possibile negli ultimi anni.

Dopo tanti scatti successivi al pronti via, nel quale si sono mossi anche alcuni componenti delle nazionali più rappresentative, ad animare la prima fase di gara sono stati sei corridori. All’attacco dopo una quarantina di chilometri il norvegese Tobias Foss, il portoghese Rui Oliveira, lo svizzero Silvain Dillier, il tedesco Simon Geschke, il polacco Piotr Pękala ed il lussemburghese Luc Wirtgen.

A dettare il passo nel plotone la Slovenia di Tadej Pogacar, supportata dal Belgio di Remco Evenepoel. A cinque giri dal termine è arrivato un contrattacco importante con un drappello formato da Laurens De Plus (Belgio), Jan Tratnik (Slovenia), Mattia Cattaneo (Italia), Magnus Cort (Danimarca), Pavel Sivakov (Francia), Stephen Williams (Gran Bretagna), Jay Vine (Australia), Kevin Vermaeke (Stati Uniti), Johannes Staune-Mittet (Norvegia) e Florian Lipowitz (Germania) che rapidamente si è andato a riportare sul gruppo al comando.

Neanche il tempo di rifiatare che è esplosa definitivamente la corsa a 100 chilometri dal traguardo: attacco deciso della Slovenia che ha lanciato in avanscoperta Tadej Pogacar. Nessuno ha risposto al fenomeno del ciclismo mondiale, se non un Andrea Bagioli che ha resistito per poche pedalate, salvo poi arrendersi. Il vincitore di Giro e Tour è andato a riprendere il compagno di squadra Tratnik che lo ha supportato al meglio, riportandolo al comando della corsa.

Il fuoriclasse sloveno è riuscito ad allungare ancora successivamente: l’unico a resistere, per circa una trentina di chilometri, è stato il francese Sivakov, che ha alzato bandiera bianca a 51 chilometri dal traguardo, percorsi tutti in solitaria da Pogacar. Alle sue spalle il Belgio ha provato di squadra a chiudere, senza riuscirci: sono partiti subito gli scatti e si è distrutto il gruppo principale. Mathieu van der Poel e Remco Evenepoel hanno tentato in tutti i modi la rimonta, senza però riuscire a fare la differenza. 

Alle spalle di Pogacar sono riusciti a sganciarsi l’irlandese Healy ed il lettone Skujins, raggiunti poi da Hirschi, van der Poel ed Evenepoel. Un drappello si è andato a formare nel corso dell’ultimo giro, con il distacco del leader che improvvisamente era andato a diminuire, salvo poi chiudere i conti negli ultimi dieci chilometri.

Trionfo solitario per Pogacar, alle sue spalle, a sorpresa, è riuscito a prendersi l’argento l’australiano Ben O’Connor, bronzo per van der Poel, poi Evenepoel ed Hirschi. Italia praticamente dispersa ad oltre 80 chilometri dal traguardo.

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