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Brad Gilbert esaltato dalla Finale di Pechino: “Vivremo una rivalità incredibile, si spera che la WADA non rovini tutto…”

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Jannik Sinner - Carlos Alcaraz
Jannik Sinner - Carlos Alcaraz / LaPresse

Una Finale che è piaciuta. La partita tra Carlos Alcaraz e Jannik Sinner a Pechino ha suscitato le attenzioni dei tifosi per le emozioni che ha fatto vivere: 3 ore e 21 minuti di battaglia tennistica in cui le punte pazzesche dal gioco di Alcaraz hanno fatto la differenza, al cospetto di un Sinner bravissimo a mettere la sua straordinaria solidità, ma non altrettanto efficiente in termini di esecuzione tecnica.

E così il riscontro è stato quello di un 6-7 (6) 6-4 7-6 (3), con Carlos che ha conquistato un titolo significativo per il momento vissuto in questo 2024, citando le battute d’arresto a Cincinnati e soprattutto negli US Open prima del tempo. Un match che però è da sottolineare anche per Jannik, in considerazione della settimana particolare che ha vissuto, tra il lutto personale (perdita dell’amata zia a cui aveva dedicato il successo negli US Open) e il ricorso della WADA a riaprire la vicenda della doppia positività involontaria al Clostebol.

Ingredienti tecnici e mentali che hanno portato a uno dei migliori incontri del 2024. A pronunciarsi in questo senso è stato Brad Gilbert, grande giocatore del passato e tecnico di altissimo livello. Attraverso un post su X, Gilbert si è espresso in maniera perentoria: “Dopo 20 anni di partite incredibili tra i Big-3, non immaginavo che fosse possibile così preso avere un’altra rivalità così incredibile. Alcaraz vs Sinner sono il gold standard del tennis e prepariamoci a vivere 10 anni di grandi sfide tra loro. Si spera che WADA non rovini tutto“.

Il riferimento del coach americano, al termine del suo messaggio, è appunto alla vicenda citata, che farà vivere mesi complicati a Sinner. Una spada di Damocle da gestire, in attesa del giudizio del TAS che potrebbe arrivare nel primo triennio del 2025. Il procedimento, infatti, richiederà del tempo e il fatto che Jannik possa essere squalificato per un massimo di 2 anni non può far stare tranquilli, nella consapevolezza di non aver fatto nulla di sbagliato.

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