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Ginnastica, Europei 2014 – Italia, le tue pagelle. Vanessa super, ma le azzurre…

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Ormai le nostre pagelle sono diventate un classico dopo le gare di ginnastica. C’è chi le ama e chi lo odia. Ma tutto si basa su un semplice concetto: accettare le eventuali critiche e farne tesoro; felicitarsi degli eventuali elogi elargiti.

 

È abbastanza chiaro, ed è stato affermato anche da Enrico Casella, che molte cose agli Europei di Sofia non sono andate per il verso giusto. È altrettanto evidente che se valutassimo esclusivamente questa competizione (come dovremmo, visto che i voti si danno su ogni singola verifica) quattro quinti della formazione azzurra sarebbero insufficienti (alcune anche gravemente). Non me ne vogliano…

 

Qui si giudicano gli Europei, le prestazioni esibite durante questo evento e non tutta la carriera e le potenzialità di una ginnasta. Se una ragazza cade svariate volte in una gara è chiaramente insufficiente per quella prova, anche se la settimana prima avesse vinto il Mondiale: questo messaggio deve passare.

È come a scuola: se studio posso prendere 10, ma alla verifica successiva si può anche prendere 2… Anche se si è il più bravo della classe.

Ho voluto chiarire questo aspetto una volta per tutte, perché è doveroso che si comprenda il metro con cui si danno dei giudizi, perché le pagelle si danno in tutti gli sport e anche (soprattutto) nella vita, perché non si vuole sminuire il valore di nessuno in assoluto ma solo analizzare e capire.

 

VANESSA FERRARI: 10. Salvatrice della Patria, ancora una volta. Immensamente immensa, eternamente eterna, divinamente divina. Indiscutibilmente Cannibale. Irripetibilmente, Lei. Siamo di fronte all’ennesima impresa di una delle sportive italiane più grandi della storia contemporanea, capace ancora una volta di farci esultare, commuovere, piangere.

Magicamente oro, all’amato corpo libero, preparato nel minimo dettaglio, in un percorso di avvicinamento curato alla perfezione dal punto di vista tecnico-tattico (e qui Enrico è stato molto bravo, è lapalissiano): quattro uscite stagionali, due internazionali e due entro i nostri confini, due soli esercizi esibiti in qualifica e in finale a squadre, capacità estrema di mascherare tutte le potenzialità (qui ci hanno sorpreso le straniere, che non hanno colto che ci si stava “difendendo” nei preliminari) per poi dare la stoccata nel momento decisivo.

Un esercizio da 6.3 di difficoltà (a cui è mancato il salto dietro di collegamento dopo lo Tsukahara, altrimenti si volava ancora più su) con un’acrobatica divina, sporcato solo sull’arrivo dello Tsukahara avvitato in prima diagonale: eccezionale il doppio teso in seconda,

Settima medaglia agli Europei (da senior, 10 contando le tre da junior), 32 medaglie internazionali in carriera (sì, sarebbero 29 se non contemplassimo gli Europei under 16), un ritorno all’oro continentale dopo addirittura sette anni (è un quasi record, ma poi vi spiegherò meglio in un altro articolo) e una risalita sul podio individuale europeo dopo cinque anni (argento al corpo libero davanti al pubblico casalingo di Milano 2009).

È chiaro, però, che senza di lei la nostra ginnastica perde davvero parecchio. “Siamo ancora Ferrari dipendenti”, e mi “difendo” ancora una volta dietro le parole di Casella che sono assolutamente condivisibili.

 

ERIKA FASANA: 5,5. Una media tra il 6 della finale a squadre (dove è stata la migliore di una Nazionale andata letteralmente in palla), e il 5 del turno di qualifica dove si è resa protagonista di alcune uscite di pedana all’amato corpo libero, dove andava in caccia della finale (assolutamente alla sua portata).

La comasca si presentava a Sofia in un grande stato di forma, dopo una prima convincente parte di stagione in cui aveva esibito lo Tsukahara avvitato (seconda italiana di sempre dopo Vanessa). Competitiva al volteggio col doppio avvitamento, poteva e doveva sicuramente fare di più. È una delle punte di questa Italia e su di lei affidiamo buona parte del futuro.

 

ELISA MENEGHINI: 5. Speravamo in un suo ingresso in finale alla trave, ma troppi squilibri l’hanno estromesso (con l’esercizio di cui è capace non avrebbe avuto grossissimi problemi, o quantomeno se la sarebbe giocata fino in fondo). In finale la sua caduta agli staggi ci ha sostanzialmente tagliato le gambe (prima del grave ko definitivo di Martina Rizzelli).

Va però detto che la brianzola si è presa sulle spalle il peso della squadra, esibendosi in tutti gli attrezzi e aprendo tutte le rotazioni: un compito assolutamente impegnativo e che spesso si affida alle veterane.

Ottima all-arounder, ben dotata per la trave, spigliata e convincente, sta lavorando bene. I suoi quattro attrezzi sono troppo importanti per questa Italia.

 

GIORGIA CAMPANA: 5. Anche lei caduta alla trave durante la finale a squadre in cui a un certo punto la confusione ha regnato sovrana. Speravamo che riuscisse a sfondare i 14 punti alle parallele, cosa assolutamente alla sua portata ma che purtroppo non le è riuscita.

Ginnasta di grande esperienza, sempre pronta quando è chiamata in causa (cioè sempre, da due anni a questa parte), è un pilastro del movimento.

 

MARTINA RIZZELLI: 4,5. Andata letteralmente nel pallone durante la finale a squadra: cadute, stop, stato confusionale durante un esercizio agli staggi che nemmeno lei si sarebbe sognato. Un 10.400 che assolutamente non testimonia il livello della comasca, spesso capace di deliziarci sugli staggi e che invece è incappata in un disastro proprio sul suo attrezzo preferito.

L’emozione del debutto internazionale a questo livello è stata pagata a caro prezzo. E’ una giovane assolutamente da recuperare, perché anche grazie al doppio avvitamento al volteggio, può davvero esserci molto utile. Sicuramente se la mettessimo sugli staggi ora farebbe una prestazione nettamente migliore, in linea con le aspettative del 13.800.

 

UN PLAUSO e un GIUDIZIO POSITIVO in generale lo voglio fare alle nostre juniores. Sapevamo che non si poteva ambire a ripetere i risultati di due anni fa, ma si sono comportate ottimamente realizzando ampiamente gli obiettivi preposti (e anzi andando anche un filo oltre). Abdelaziz qualifica alle Olimpiadi, tutte le altre quattro ragazze in almeno una finale: Pilar Rubagotti all-around insieme a Sofia Busato (15esima e 17esima); la stessa Sofia quinta al volteggio con Desiree Carofiglio settima e Chiara Imeraj addirittura quarta al corpo libero.

Certo, per emergere tra le grandi servirà molto, molto di più. Questo abbiamo, apprezziamolo, e speriamo che cresca bene.

 

DUE STATISTICHE (e i numeri non mentono mai, è sempre bene ricordarlo). Era dal 2004 che l’Italia non portava una sola ginnasta in finale (da Maria Teresa Gargano che vinse il bronzo al corpo libero a Vanessa Ferrari che si laurea Campionessa sullo stesso attrezzo); l’ultima medaglia d’oro era stata conquistata proprio da Vanessa, addirittura sette anni fa.

 

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