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F1, Ferrari alla “prova del nove”. Ad Austin si capirà se la SF-24 ha superato il “complesso curve veloci”

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Charles Leclerc
Leclerc - LaPresse

L’imminente weekend del Gran Premio degli Stati Uniti potrebbe rappresentare la proverbiale “prova del nove” per la Ferrari, ovverosia la verifica della correttezza di un’operazione. È indiscutibile come l’evoluzione della SF-24 presentata a Monza sia risultata efficace, in quanto la competitività della monoposto è cresciuta, soprattutto in gara.

I risultati di Baku e Marina Bay non sono stati all’altezza del potenziale, ma questo è un altro discorso. Sia in Azerbaigian che a Singapore è stato pagato un prezzo salatissimo per un paio di ingenuità e per qualche momento di defaillance. Il bottino di settembre avrebbe potuto essere ben più ricco, ma oramai è andata.

Piuttosto di guardare indietro, è meglio volgere lo sguardo a quanto sta per accadere. Austin, come detto, può essere una “prova del nove” per capire se lo sviluppo della SF-24 stia veramente andando nella giusta direzione. Il Circuit of the Americas è infatti caratterizzato da un’ampia sezione di curve veloci, ispirata alla sequenza Maggots-Becketts-Chapel di Silverstone.

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Quelle curve veloci che, ormai da un paio d’anni, rappresentano la croce delle auto partorite da Maranello. La SF-23 soffriva atrocemente questo genere di tratti. L’attuale vettura non patisce così tanto, ma è comunque a disagio. O meglio, lo è perennemente stata finora. La domanda è se gli aggiornamenti presentati dopo Zandvoort possano dare un beneficio anche sul terreno più ostico.

Monza, Baku e Marina Bay non avevano curve da percorrere in pieno. L’autodromo edificato in Texas ha connotati differenti, dunque sarà una sorta di “prima volta” per l’ultima versione della Rossa, sulla quale saranno peraltro presentati ulteriori sviluppi in vista del finale di stagione.

Non si tratta di un tema banale, perché quanto accadrà sul finire del 2024 potrebbe essere il termometro in vista del 2025. A Maranello, in tempi recenti, non si è mai trovata la quadra del cerchio. Il più delle volte si è dovuto correggere un progetto sbagliato, mentre quando l’auto di partenza era buona, ci si è persi per strada.

Chiudere la stagione corrente con una nota positiva, con un crescendo, sarebbe un incoraggiante segnale in vista del prossimo anno, quando peraltro il Cavallino Rampante accoglierà Lewis Hamilton. Il britannico spera, come tutti i ferraristi, di arrivare in una struttura conscia di avere imboccato la direzione giusta.

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