Sci Alpino
Pagelle gigante Soelden 2024: Brignone da clonare, la grinta di Zenere, Robinson fa paura
PAGELLE GIGANTE FEMMINILE SOELDEN 2024
Federica Brignone, 10: è veramente unica per la capacità di esaltarsi nelle condizioni più estreme. Nella seconda manche la pista era rovinatissima, la traiettoria ideale presentava dei veri e propri solchi. Eppure l’azzurra ha lottato come una leonessa, attaccando senza alcun timore reverenziale e sbranandosi il Rettenbach a distanza di ben 9 anni. Sono 28 i successi in carriera in Coppa del Mondo, 70 i podi. Per la classifica generale parte sfavorita a causa di un calendario vergognoso che favorisce le slalomiste, tuttavia ha il dovere di provarci. In Italia mancano i ricambi, con il talento più cristallino che ha deciso di migrare verso altri lidi. La verità è che andrebbe clonata Federica Brignone.
Alice Robinson, 9: la neozelandese è l’unica, insieme a Brignone, a non aver patito più di tanto i segni sul terreno. Non a caso ha spaventato a lungo l’azzurra, dilapidando però sul piano finale il vantaggio costruito sul muro e chiudendo a soli 17 centesimi. Se la classe 2001 sarà continua per tutta la stagione, allora diventerà un osso durissimo in gigante. Da capire se riuscirà a limitare gli errori e le uscite che hanno caratterizzato sin qui la sua carriera.
Julia Scheib, 9: primo podio nel circuito maggiore per questa emergente austriaca, comunque non giovanissima (classe 1998). Firma il secondo tempo di manche e, grazie al deterioramento del manto, recupera ben undici posizioni, realizzando un sogno.
Katie Hensien, 8: altro nome nuovo, anch’ella non di primo pelo (1999). D’altronde ormai la tendenza nello sci alpino è chiara: sempre più raramente esplodono enfant prodige in età da teenager. L’americana, grazie al miglior tempo nella seconda frazione, risale dal 17° al 4° posto. La sua carriera potrebbe svoltare, le potenzialità ci sono.
Mikaela Shiffrin, 5: in testa dopo la prima manche (quando era stata fortunata nel pescare il n.1), l’americana patisce più di altre i solchi sul terreno e chiude addirittura fuori dal podio. Ora avrà un calendario favorevole per spiccare il volo in slalom e avvicinare la fatidica soglia delle 100 vittorie.
Marta Bassino, 5: il quinto posto nella prima manche aveva fatto ben sperare, poi si è smarrita tra le buche della seconda discesa. Qualcosa di buono sul muro ha fatto vedere, ma siamo ancora distanti dai livelli di qualche anno fa. Un 13° posto che non ci voleva: la piemontese è un’atleta che ha bisogno di partire bene sin da subito per disputare una grande stagione. Quando ciò non accade, come lo scorso anno, allora inizia a faticare.
Asja Zenere, 6: l’atteggiamento è quello giusto, ci mette tanta grinta, si vede che ha fame di arrivare e scalare le gerarchie. Tecnicamente c’è ancora da lavorare, ma i passi avanti sono evidenti. Il 20° posto è un buon punto di partenza: intanto il primo obiettivo sarà quello di migliorare il pettorale.