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Atletica, Alessia Trost: “Così mi sono infortunata! E torno il…”

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Alessia Trost non si vedeva in circolazione da febbraio. I dubbi su un suo infortunio erano tanti e ora è lei stessa a confermarlo: “Era il mio ultimo giorno a Belek (nel ruolo di ambasciatrice IAAF, ndr). Mi stavo allenando e mentre facevo un’andatura passo-stacco sono ricaduta male sul piede. L’indomani, al rientro in Italia, ho subito fatto tutti gli accertamenti del caso. Diagnosi: distorsione e sei settimane di stop. Da una decina di giorni ho tolto il tutore che mi era stato applicato ed ora sto proseguendo la riabilitazione tra piscina e palestra. Qualche giorno fa ho finalmente ricominciato a corricchiare e devo dire che mi ha fatto proprio un bell’effetto”.

La 21enne ha poi analizzato il suo tempo di recupero: “Questo è la prima volta che un infortunio mi tiene così a lungo ai box e anche questa è una lezione. E’ in momenti del genere che si impara ad avere pazienza, a rispettare i tempi e a non affrettare inutilmente le cose. Oggi, a partire dalla tecnologia, siamo tutti troppo abituati alla velocità, ma in certe situazioni, per avere determinate risposte bisogna mettersi nell’atteggiamento di chi aspetta una lettera e non un’e-mail”.

Ritorno alle gare?Ci sono ancora tre mesi prima di Zurigo e credo di avere tutto il tempo per arrivarci in condizione. Se le cose andranno come abbiamo pianificato penso di provare a tornare in pedana il 6 giugno ai Campionati Italiani Junior e Promesse di Torino. Sarà solo un test per valutare le sensazioni e le risposte del mio piede alle sollecitazioni dell’impegno in gara. Prima dell’infortunio l’idea era di esordire il 31 maggio al meeting di Eugene, ma ovviamente ho dovuto rinunciarci.

E poi ci lascia sognare: “Quest’anno ho una gran voglia di confrontarmi a livello internazionale e le tappe della Diamond League rappresentano delle ottime occasioni per farlo. Il 2013, tra i 2 metri indoor e il settimo posto mondiale di Mosca, mi ha definitivamente catapultato in un’altra atletica. Oggi mi sento più pronta anche mentalmente per affrontarla e nella mia testa quei 2 metri sono un confine che sento di non dover temere”.

 

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