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WTA Finals 2024: si alza il sipario a Riad. Jasmine Paolini in un girone complesso, lotta finale Sabalenka-Swiatek per il numero 1

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Jasmine Paolini
Paolini / VCG / IPA Sport

Sono tanti i temi che aprono le WTA Finals 2024, le prime che si giocano in Arabia Saudita, e già solo questo è un motore di discussioni che vanno avanti all’infinito. Solo cinque anni fa un accordo multimilionario legava la WTA a Shenzhen, dove però si disputò solo l’edizione del 2019. Poi il Covid-19 portò via il 2020, e tra 2021 e 2023 si andò avanti con scelte quantomeno difficili da spiegare: Guadalajara fu forse la sola realmente indovinata nel 2021, mentre a Fort Worth nel 2022 gli ampi vuoti del pubblico ebbero un’eco molto negativa e, nel 2023, a Cancun si giocò in condizioni davvero difficilissime.

Adesso, sebbene tutto sul lato tennistico sembri più in linea con un torneo di questo standard, rimane più che altro il dilemma di portare in un luogo nel quale si conosce quanto scarsa sia la considerazione delle donne in linea generale. Del resto, l’Arabia Saudita sta puntando parecchio sullo sport per cercare di mostrare un volto differente.

L’Italia torna ad avere rappresentanti dopo 9 anni nell’evento delle migliori otto. E le ha sia in singolare che in doppio, perché se la straordinaria stagione solitaria di Jasmine Paolini, culminata con due finali Slam una dietro l’altra al Roland Garros e a Wimbledon e nel record italiano al femminile di 18 partite vinte nei quattro tornei maggiori, è stata in grado di portarla al numero 4 del mondo con vista sul numero 3, anche in doppio di cose ne sono accadute. Tutte in compagnia di Sara Errani: i due 1000 vinti (Roma e Pechino), l’oro olimpico. E per la romagnola c’è anche il ritorno dopo che, tra 2012 e 2014, aveva giocato le Finals per due volte in singolare (uscendo ai gironi e arrivando, proprio nel 2012, a un game dalle semifinali) e tre in doppio (quando c’era l’eliminazione diretta).

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Partiamo chiaramente dal singolare, anche perché questo è ricco di temi. Per Jasmine un girone (viola) decisamente non facile con Aryna Sabalenka, Elena Rybakina e Qinwen Zheng. La bielorussa, con un grande finale di stagione, ha compiuto l’impossibile: superare Iga Swiatek al numero 1 del mondo, posizione che potrà mantenere con diverse combinazioni. Questo la rende la favorita naturale allo stato attuale delle cose. Per quel che riguarda la kazaka, prima avversaria dell’azzurra nella giornata di domani, nessuno sa realmente come stia, dal momento che dopo gli US Open è pressoché sparita dalla circolazione, ed è così altrettanto impossibile dare qualunque tipo di proiezione relativamente al suo stato di forma. Una sola cosa è certa: non potrà avere il ritmo partita dalla sua. Rimane Qinwen Zheng: la cinese ha giocato un grande finale di stagione, sostanzialmente non fermandosi mai dall’oro olimpico in poi. Di fatto, ad oggi si potrebbe scommettere su una lotta a tre Paolini-Rybakina-Zheng per il secondo posto nel raggruppamento, con la cinese favorita sulle altre due. Non di così tanto, però, anche in ragione del fatto che recentemente la toscana l’ha messa in difficoltà a Wuhan.

Nell’altro girone (giallo) Iga Swiatek, Coco Gauff, Jessica Pegula, Barbora Krejcikova. Per la polacca incognita condizione dopo aver saltato sostanzialmente tutto lo swing asiatico, un fatto che l’ha privata di un numero 1 che potrà riprendere solo se Sabalenka non vincerà tre partite nel suo girone o non andrà in finale oppure se vincerà un match di round robin in più rispetto all’avversaria a patto che vinca il titolo. Intanto, però, ci sono prima di tutto da affrontare le avversarie. E se Coco Gauff è l’unica con una forma che si possa dichiarare accettabile, lo stesso non può dirsi dell’altra USA in gara, Jessica Pegula. L’anello debole sembra Krejcikova, dal momento che la ceca, Wimbledon a parte (ed è il motivo per cui è qui) ha brillato davvero poco.

Uno sguardo anche a Paolini/Errani in doppio: in questo caso il sorteggio è stato per buona misura dalla loro parte. Vero, ci sono le numero 1 Dabrowski/Routliffe e le accoppiate Dolehide/Krawczyk e Chan/Kudermetova non sono certo le ultime arrivate, anzi, ma avere Kichenok/Ostapenoko, Hsieh/Mertenz e Siniakova/Townsend dall’altra parte aiuta (e attenzione anche alla quarta coppia, Melichar-Martinez/Perez).

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