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Ciclismo
Ballan: “Tiberi può essere il successore di Nibali, all’Italia mancano uomini da Classiche. Viezzi è interessante”
Il ciclismo italiano sta vivendo un momento difficile: poche speranze per le grandi corse a tappe e pochi corridori in grado di eccellere nelle Classiche. Per parlare di tutte le tematiche del ciclismo azzurro e internazionale abbiamo contattato Alessandro Ballan, campione del mondo 2008 a Varese e opinionista per Rai Sport.
Partiamo da Giulio Ciccone e dal suo terzo posto al Giro di Lombardia. Che stagione è stata per lui? Può diventare un corridore da corse di un giorno?
“Giulio è sempre stato considerato da me un ottimo corridore, purtroppo quest’anno ha avuto diversi problemini, mi viene da pensare alla caduta sfortunatissima alla Vuelta che l’ha visto fuori dai giochi per il Campionato del mondo che poteva essere adatto alle sue caratteristiche. Dopo si è ripreso con il terzo posto al Lombardia. E’ un corridore che si è sempre fatto vedere nei Grandi Giri a tappe vestendo maglie di prestigio come la maglia blu di miglior scalatore al Giro, la maglia a pois al Tour de France, ma è sempre mancato nelle gare di un giorno e questo terzo posto al Lombardia lo può identificare come un uomo anche da corse di un giorno. Il ciclismo italiano non sta vivendo un grande momento: a parte questo exploit di Ciccone al Lombardia abbiamo un altro Giulio, Pellizzari, molto giovane, che si è messo in luce al Giro d’Italia, ma ancora mancano corridori da Classiche del Nord, da corse di un giorno di cui la Nazionale e l’Italia era abituata ad avere. Penso sia un periodo triste per l’Italia e speriamo ci si riprenda“.
Antonio Tiberi può essere il corridore su cui l’Italia può puntare sulle corse a tappe? E invece Davide Piganzoli?
“Sono tutti corridori interessanti che possono fare bene anche sulle corse di un giorno, ma mancano di conferme. Come italiani abbiamo ottimi under 23, come Battistella e Baroncini che sono campioni mondiali Under 23, ma che non hanno dimostrato le stesse cose della categoria maggiore. Per quanto riguarda Tiberi, è un altro corridore molto molto interessante: va forte a cronometro, tiene botta in salita e quindi può essere quel successore di Vincenzo Nibali. Sono tanti ottimi nomi, ma mancano un po’ di conferme, ci vuole pazienza nel far maturare questi ragazzi. Per quanto riguarda le grandi corse a tappe siamo messi bene con Tiberi, con Ciccone e possiamo ambire a piazzamenti o a vincere dei Grandi Giri a tappe specialmente con Tiberi, quello che manca in Italia sono uomini da classiche di un giorno, quindi corse sopra i 250 km, nomi alla Bettini, alla Ballan, negli anni nostri c’era il povero Davide Rebellin, c’era Danilo Di Luca, Stefano Garzelli, tanti potevano vincere le Classiche. Attualmente in Italia sulle gare di un giorno sotto i 200 km si può vedere qualcuno, sopra invece non si trova nessuno. Ci aveva un po’ illuso Alberto Bettiol vincendo il Fiandre qualche anno fa, ma è un corridore molto altalenante che deve essere proprio nella giornata giusta per esprimersi al meglio“.
Quale futuro per Lorenzo Finn dopo il bellissimo successo al Mondiale juniores?
“Ha fatto vedere qualcosa di veramente eccezionale al Mondiale. Ci ha sorpreso perché si era ritrovato in fuga da solo, poi è stato ripreso, è riuscito a tornare in fuga da solo e poi ha vinto. Ha vinto con grande maestria, non è da tutti vincere una gara del genere. Ha già una grande condizione rispetto agli altri, vedremo se riuscirà a mantenerla. Sicuramente stiamo parlando di un ottimo corridore, di un corridore molto interessante. Bisognerà avere un po’ di pazienza, ma se effettivamente questi sono i numeri di Lorenzo Finn come tutti i grandi campioni, partendo da Remco Evenepoel e tutti gli altri, sono corridori che hanno saputo vincere sin da subito nel professionismo, quindi sarà interessante vedere sin dai prossimi anni Lorenzo riuscirà a tenere testa ai migliori“.
Un parere su Stefano Viezzi: si è messo in luce ancora recentemente agli Europei di cicloross, come può svilupparsi nel ciclocross e su strada?
“Sicuramente dopo un Campionato europeo a questa altezza e a questo livello ambisce ai principali corridori a livello nazionale. Attualmente stiamo cercando corridori che arrivano da altri sport, il ciclocross è uno di questi e quindi speriamo sia un predestinato come lo sono attualmente Van Aert e Van der Poel. Non è facile perché stiamo parlando di due fenomeni, ma la strada è quella giusta. Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare: noi abbiamo come riferimento nel ciclismo attuale a corridori che facevano altri sport proprio come Roglic, Van Aert, Van der Poel. Potrebbero essere dei riferimenti non consoni perché sono autentici fenomeni: a ogni corridore va tracciata la strada giusta per sviluppare nella direzione giusta“.
Tadej Pogacar è stato il dominatore della stagione, quali obiettivi si può porre per il prossimo futuro?
“Gli obiettivi primari saranno la Sanremo, che sarà una bella scommessa perché non è facile vincerla, e la Roubaix che non ha mai vinto e che quindi lo farebbe entrare nella storia vincendo tutte le Monumento. Un altro obiettivo può essere vincere Giro, Tour e Vuelta nello stesso anno, sicuramente vorrà rivincere il Campionato del mondo perché anche l’anno prossimo sarà particolarmente duro, quindi per due anni sarà possibile ritentare la vittoria e vincerlo tre volte consecutivamente lo metterebbe sul piano di Sagan. Nel ciclismo si possono trovare sempre nuove sfide e nuovi obiettivi. Il bello di Pogacar è che è aperto a tutto, non ha appuntamenti mirati, ma lo vediamo benissimo anche nelle gare secondarie. Penso sia un campione unico nel suo genere e si presta bene a fare tutto il calendario annuale“.
Quale Monumento è più semplice da vincere per Pogacar tra la Roubaix e la Sanremo?
“Per lui la più semplice è la Roubaix perché è più dura. La Sanremo sicuramente è più difficile da interpretare e per vincerla dovrebbe non attendere fino al Poggio, ma provare ad attaccare già dalla Cipressa e fare corsa ancora più dura. Quest’anno la squadra si è disunita ai piedi della Cipressa e non è stato possibile fare la differenza“.
Vingegaard può riavvicinarsi a Pogacar preparando il Tour senza gli inconvenienti di quest’anno? Quali sono i margini invece di Evenepoel?
“Vingegaard sinceramente mi ha sorpreso quest’anno al Tour de France, pensavo andasse molto peggio perché aveva avuto questo problema della caduta al Giro dei Paesi Baschi, quindi senza ombra di dubbio una sfida alla pari con Pogacar sarebbe più combattuta rispetto a quello che abbiamo visto quest’anno. Per quanto riguarda Evenepoel penso siamo di fronte a un altro grande fenomeno. Ha più qualità nella cronometro rispetto agli altri, ma paga qualcosa in più in salita. Rispetto agli altri è un po’ più giovane e quindi può ancora migliorare qualcosina. Da quando è diventato professionista è migliorato molto perché aveva dei problemi nel stare in gruppo, nel guidare la bici, è già migliorato tantissimo. Può migliorare anche sotto il profilo caratteriale, l’abbiamo visto poco paziente anche al Mondiale“.