Tennis
Quando torna in campo Sinner? I primi impegni del 2025 e un calendario sulla falsariga di quest’anno
È venuto il momento di riposarsi, seppur per poco. La stagione tennistica non offre troppe pause ai tennisti e quindi bisognerà sfruttare questo lasso di tempo per recuperare le energie e, nello stesso tempo, fare una preparazione adeguata in cui compiere degli step dal punto di vista fisico. È questo il target di Jannik Sinner in vista del 2025.
L’altoatesino ha completato una stagione straordinaria, con 73 vittorie in 79 match ufficiali disputati, con otto titoli all’attivo, oltre all’affermazione di ieri in Coppa Davis. Jannik è diventato il primo tennista a vincere nello stesso anno Slam, ATP Finals e l’iconica Insalatiera, concludendo l’annata da n.1 del mondo. Tuttavia, il pusterese è molto motivato per continuare a crescere dal punto di vista tennistico.
Parlando di un ragazzo di 23 anni, c’è la convinzione che ci siano ancora dei margini di manovra. Jannik si dedicherà a una lunga preparazione invernale, come l’anno scorso, ma a differenza del 2023 non sarà ad Alicante (Spagna), ma la sede sarà Dubai, dove l’altoatesino lavorerà intensamente con i nuovi arrivi della seconda parte di questa stagione, Marco Panichi e Ulises Badio, rispettivamente preparatore atletico e fisioterapista.
Una preparazione ad hoc per essere pronto al via degli Australian Open (12-26 gennaio), senza disputare tornei in avvicinamento, e provare a replicare il successo di quest’anno. A seguire, è prevista la partecipazione nell’ATP500 di Rotterdam (1°-9 febbraio), anche se ci potrebbe essere una rinuncia sulla base del percorso intrapreso a Melbourne.
La partenza, poi, per gli States con i Masters1000 di Indian Wells (2-16 marzo) e Miami (19-30 marzo), dove Jannik dovrà confermare il titolo in Florida. Completato il Sunshine Double, il primo torneo sulla terra per il nostro portacolori non sarà Montecarlo, ma la decisione è quella di disputare l’ATP500 di Monaco di Baviera (12-20 aprile) per avere una preparazione sul rosso diversa e forse meno “traumatica”.