Formula 1
Il circuito di Monza si assicura la F1 fino al 2031: accordo da quasi 200 milioni! Imola in bilico
Arrivano importanti novità per l’Italia in vista del futuro della Formula Uno. Il Gran Premio nazionale che si disputa sul tracciato di Monza rimarrà in calendario ancora a lungo grazie ad un importante accordo pluriennale. Notizie meno incoraggianti, invece, per quanto riguarda il tracciato di Imola.
Iniziamo dalle notizie positive. Il Gran Premio d’Italia rimarrà in calendario fino al 2031. L’accordo siglato parla di una cifra annuale che partirà da 27 milioni di euro e andrà a salire per i prossimi 7 anni. Si fa presto a fare i conti. In totale saremo sui 200 milioni di euro. Gli sforzi fatti hanno portato alla fumata bianca. Non solo a livello economico. Vanno sottolineati anche i lavori di ammodernamento dell’autodromo che sono stati conclusi a tempo di record.
Il commento del presidente Aci e vicepresidente Fia, Angelo Sticchi Damiani: “Sono onorato che l’Aci abbia ottenuto il mantenimento del GP Italia di F1 a Monza fino al 2031. Parliamo del più antico circuito al mondo ad ospitare una gara del Mondiale”. Gli fa eco Stefano Domenicali, CEO della F1: “Sono felice per il mantenimento di Monza nel calendario per i prossimi anni. L’Autodromo è il cuore della F1, e l’atmosfera che si respira in circuito è unica al mondo”.
Un risultato importante per la pista brianzola. Discorso differente, invece, per la pista del Santerno. Passiamo alle note dolenti: “Per Imola il discorso è più complesso – ammette Sticchi Damiani – Siamo l’unica federazione sportiva al mondo con due Gran Premi di Formula Uno e la federazione con più titolazioni mondiali, questo attira critiche e gelosie anche da altri Paesi europei”.
Stuzzicato sulle chance di vedere ancora l’appuntamento romagnolo in calendario, Sticchi Damiani non si sbilancia troppo: “Diciamo che partiamo in salita: ora penseremo a Imola, che ha potenzialità straordinarie, siamo al centro della Motorvalley. La speranza è di recuperare nel 2026 l’edizione del 2023, che non si è tenuta per l’alluvione, ma bisogna capire a che prezzo”.