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Ciclismo

Giro d’Italia: a Montecampione tutto il talento di Fabio Aru

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Nessuno neghi l’evidenza: una giornata così l’abbiamo aspettata a lungo. Per anni, tanti anni, si è parlato di uno scalatore sardo che poteva scrivere, o riscrivere, la storia del ciclismo italiano. Già ricca, piena di volti e campioni, ma ancora desiderosa di vedere giovani campioncini crescere.

Ed è cresciuto, quello scalatore sardo. L’abbiamo visto vincere tra gli Under 23, l’abbiamo visto stagista, arrivare ad un passo dalla vittoria in America quasi 2 anni fa. L’abbiamo visto affiancare Vincenzo Nibali nella scorsa edizione del Giro d’Italia, riuscendo anche a curare una buona classifica, cogliendo tra le altre cose un quinto posto nella tappa delle Tre Cime di Lavaredo, vero tappone  di quell’edizione della corsa rosa.

E oggi, finalmente, è sbocciato il talento di Fabio Aru. A 23 anni, ha corso due settimane di Giro d’Italia come fosse un veterano, gestendosi alla perfezione, valutando e analizzando. E quando il Giro si sta proiettando nella sua fase decisiva ha deciso di lasciare un segno indelebile. Due scatti: tanti sono bastati per sbarazzarsi di tutti gli avversari, da Nairo Quintana alla maglia rosa Rigoberto Uran, con gli altri ancora più attardati.

Il talento celato dalla pedalata composta finalmente sembra esplodere sulle ultime rampe dell’ascesa a Montecampione, che tanto ha regalato alla leggenda di Marco Pantani. Una salita vera, di quasi 20 chilometri, e una pendenza che ha messo in croce le gambe di tanti in gruppo.

Tre chilometri di vero godimento. Una progressione, poi un’altra, e il vuoto alle sue spalle. Un ritmo infernale, gli avversari in avanscoperta ripresi e superati in poche pedalate. E nonostante la tappa fosse lunga 225 chilometri Fabio ha spinto fino all’ultimo metro, dimostrando di non patire nè le frazioni lunghe nè le fatiche del Giro d’Italia ormai alle porte della terza e decisiva settimana.

E d’ora in avanti, per questo Giro, se dovesse arrivare qualcosa in più sarebbe ben accetto, ma Fabio non deve correre con l’ossessione della maglia rosa, della maglia bianca o del podio. La crescita graduale del corridore impostata alla perfezione da Beppe Martinelli e dall’Astana sembra dare ottimi frutti: sarebbe deleterio, probabilmente, cercare di forzare i tempi.

Il futuro, e ora ne siamo ancora un po’ più convinti, è di Fabio Aru. Un campioncino, capace di domare Montecampione e di infiammare la passione italiana.

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gianluca.santo@olimpiazzurra.com

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