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Rugby, Italia: Brunel rischia l’esonero?

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E’ il 16 Marzo 2013 quando l’italrugby supera per la prima volta nella sua storia ovale l’Irlanda per 22-15, nel corso del Sei Nazioni, classificandosi al quarto posto del torneo più importante e prestigioso dell’Emisfero Nord.

Per molti è un sogno: la critica e i giornali regalano le prime pagine alla “nazionale che riempe lo Stadio Olimpico all’inverosimile” e ha fatto appassionare a questo sport una nuova fetta del pubblico italiano.

Ecco, il punto sta proprio lì. Minuto 80. Luciano Orquera trasforma il calcio piazzato che arrotonda il punteggio nel confronti degli irlandesi e Jacques Brunel con le braccia alzate in segno di vittoria scende sul prato dell’impianto romano.

Sembra finalmente l’inizio di una nuova epoca. Il salto di qualità definitiva verso l’elitè planetaria. Ed invece...

Qualcosa si rompe, come un incantesimo perfetto che passa ad un sortilegio maledetto.

La banda Brunel vola in Sudafrica per un tour estivo e perde tutte e tre le partite a cui si è sottoposta, con gli Springboks, Samoa e con la Scozia all’ultimo secondo. Tutti sdrammatizzano, non sembra nulla di grave, Si pensa che la stagione logorante ci ha portato nell’Emisfero Sud molto stanchi e queste partite lasciano il tempo che trovano.

Poi arrivano i test di Novembre ed il Sei Nazioni 2014: un disastro.

L’italia raccoglie la miseria di una vittoria striminzita a Cremona contro le Isole Fiji (37-31), le stesse che ci hanno battuto pochi giorni fa, e perde con Australia ed Argentina subendo anche l’onta del Cucchiaio di legno in giro per l’Europa, senza centrare neppure un successo.

La panchina di Brunel traballa. Qualcosa sembra essersi definitivamente rotto.

L’ attenuante arriva dal fatto che una sequela di infortuni davvero lunghissima, e misteri sui tempi di recupero di alcuni giocatori, colpisca la nazionale: si fanno male (ad esempio) Favaro e Minto, su cui la questione assicurativa per il rientro deve ancora dare il nulla osta; alcuni leader dello spogliatoio come Masi e Canale, due che sapevano spaccare le difese altrui quali Venditti e Sgarbi e pure “Iron-Man” Zanni si lascia piegare da qualche disturbo fisico.
Inoltre la complicata trattativa tra il board internazionale anglo-francese e le federazioni “celtiche” (di cui fa parte anche la FIR), sulla revisione dei nuovi regolamenti sulle coppe europee, mette in soggezione dal punto di vista psicologico molti giocatori, (che poi sono quelli che vanno in campo…), forse un po’ svagati.

Le colpe però, non mancano. 
Non accorgersi che molti giocatori hanno probabilmente già dato il loro meglio, e non possono continuare a “tirare la carretta”, è un demerito grave. La squadra, pur non essendo brillante, mantiene il suo atteggiamento di gioco non andando a modificare il piano tattico ed imbarcando punti da tutte le squadre che l’affrontano. Inoltre fuori dal campo i rapporti del tecnico transalpino con la franchigia del Benetton Treviso e con Alfredo Gavazzi non sembrano essere idilliaci. I veneti, in pratica, non informano Brunel sulla costituzione della squadra ed egli comincia a lamentarsi anche del fatto che molti atleti emigrino all’estero aumentando le difficoltà della nazionale quando vi sono gli appuntamenti di raduno. Dai vertici della Federazione invece, rimbalzano continue voci di corridoio sulla volontà di avere
un Ct “Made in Italy”. 

Adesso però, per non sprofondare definitivamente, serve far quadrato.

Mancano poco più di 12 mesi alla World Cup e bisogna incominciare a darsi delle risposte.
Jacques Brunel riuscirà a trovarle per evitare l’esonero e reagire con la sua squadra regalandoci il primo storico quarto di finale alla Coppa del Mondo?

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michele.cassano@olimpiazzurra.com

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