Rugby
Rugby, Italia: un “Tunnel Negativo” da cui sembra impossibile uscire
Confusione e scoramento.
Sono questi i sentimenti che aleggiano intorno all’Italrugby, in uno dei momenti più difficili della sua storia.
Nelle ultime 13 apparizioni sono arrivate ben 12 sconfitte ed una vittoria risicata (37-31) a Cremona, lo scorso autunno contro le Fiji, ma oltre ai risultati al gruppo di Jacques Brunel sembra mancare qualcos’altro.
E’ come se si fosse persa la rotta e le convinzioni di credere nel progetto fossero venute meno.
La guida tecnica è stata messa in discussione, numerosi infortuni hanno colpito la rosa dei giocatori eleggibili ed il planning verso la World Cup 2015, ed il primo storico passaggio ai quarti di finale che è il vero obiettivo della FIR, pare abbia smarrito i suoi punti di riferimento.
Già, la FIR. Dalla Federazione Italiana Rugby inoltre, non sembrano essere arrivate le dovute garanzie e tutele.
Gavazzi (e chi per esso) ha predicato bene e razzolato male.
I rapporti con le franchigie non sono stati mantenuti in corretta considerazione sbilanciando il tutto a favore delle Zebre, che per carità non hanno alcuna colpa nelle persone del loro staff tecnico e dirigenziale, trascurando la Benetton.
Poi la storia dell’allenatore “Made in Italy” e delle accademie. Una smania di volere tutto e subito senza andare a “coltivare” questi progetti nella maniera dovuta potendo comunque contare su un budget in aumento, data anche la firma da soci paritari nei contratti delle Leghe Celtiche.
Insomma una serie di concause che ci ha gettato in uno dei peggiori momenti ovali della nostra storia.
Ma il tempo per darsi una registrata, c’è!
Poco, ma c’è. Servono volontà di rilanciarsi ed unione di intenti facendo quadrato.
“Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità, come sul campo. La “palla” bisogna passarla, non scaricarla e quando serve è necessario arrivare in sostegno per ottenere quelle vittorie che tanto ci mancano da un anno a questa parte”…
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Foto: Fotosportit/FIR
michele.cassano@olimpiazzurra.com