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Calcio

Mondiali Brasile 2014: Costa Rica, il trionfo della semplicità

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Si discute ormai da parecchie ore sui limiti dell’Italia, sul condizionamento che il caldo umido può aver avuto in negativo sugli azzurri, su come riscattarsi dopo una figuraccia del genere: si discute di tutto, meno che dei pregi della Costa Rica, che ha – a scanso di equivoci – pienamente meritato il successo contro la formazione di Prandelli e si candida ora, con gli ottavi già in cassaforte e un turno presumibilmente non proibitivo, a possibile sorpresa del Mondiale.

La Costa Rica calcistica e non si può riassumere in una sola parola: semplicità. Semplicità di un paese di 4.600.000 abitanti, affacciato su due oceani, che vanta una democrazia solidissima nonostante si trovi in una zona piuttosto turbolenta per la geopolitica; semplicità di un paese che ha rinunciato all’esercito nel 1949 e il cui presidente vinse il premio Nobel per la pace nel 1986; semplicità di una nazione che ha gradualmente trasformato la propria economia da agricola a industriale, in particolare nei settori del tessile e dell’elettronica, mantenendo, nonostante ciò, l’invidiabile primato di paese più felice al mondo secondo l’Happy Planet Index calcolato dalla New Economics Foundation.

La semplicità calcistica, infine, che, come accenna anche la Gazzetta dello Sport di oggi, avrebbe reso orgogliosi un Carletto Mazzone o un Osvaldo Bagnoli. Nel calcio non vincono i più forti, vincono i più bravi: ieri ha vinto chi non cercava giocate di fino, bensì le soluzioni più semplici; chi non schierava palleggiatori o attaccanti di livello, bensì chi pressava dal centrocampo in giù, senza dar tempo di ragionare, per tutti i 90′; chi applicava la tattica del fuorigioco con metodologia quasi sacchiana, facendo fischiare ben 11 off-side agli azzurri. In parole povere: la Costa Rica ha studiato l’Italia e l’ha sconfitta con l’organizzazione, con la tattica, soprattutto con la semplicità.

foto: profilo Twitter GoalPhotos

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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