Per scoprire quote, pronostici, bonus, recensioni bookmaker su scommesse sportive e molto altro su sport betting è possibile consultare la nostra nuova sezione dedicata alle scommesse online
Ciclismo
Tour de France 2014: il sapore della beffa
222 km di tappa, 220 di fuga, 50 metri alla gloria: questi i numeri, sconvolgenti e sconfortanti, che hanno caratterizzato la giornata odierna di Jack Bauer al Tour de France 2014.
Classe 1985, neozelandese della Tasmania, Bauer è un onesto passista che in carriera ha vinto un titolo nazionale a cronometro e un terzetto di altre corse sulle strade di casa e negli Stati Uniti. Come tutti gli onesti corridori, gregari e non fenomeni, arriva però il giorno di bussare alle porte della gloria: verso Nimes, lui e Martin Elmiger, un veloce ed esperto svizzero, tentano la sortita. Oddio, “verso Nimes” è persino esagerato, visto che mancavano, appunto, circa 220 km alla conclusione. I due però vanno d’accordo: si alternano regolarmente, si alimentano bene, superano indenni le mille insidie derivanti dalla pioggia battente, talvolta persino dai temporali.
E ci credono, credono sempre più di poter essere loro a giocarsi questo traguardo apparentemente per velocisti, ultimo sforzo prima di una giornata di riposo che precede i terribili Pirenei. Ci credono perché le squadre degli sprinter si sono organizzate tardi e male; ancora agli ultimi chilometri, non perdono tempo prezioso a guardarsi in faccia, ben sapendo che ogni secondo può essere fondamentale. Il gruppo rinviene furioso, maestoso, grazie soprattutto agli sforzi di Tony Martin ed Alessandro Petacchi: Elmiger cede ai 300 metri, Bauer no. La prospettiva regala questo neozelandese in una indescrivibile solitudine, con cento corridori alle spalle che gli si fiondano addosso a tutta velocità, quando il traguardo è lì…è lì e, fosse stato cinquanta metri prima, oggi Jack Bauer avrebbe vinto la corsa più bella della carriera. Invece sono solo lacrime, tante lacrime, perché vedere la propria gloria svanire letteralmente ad un passo dal traguardo, dopo ore e ore di fatica, fa davvero male: ha quel sapore amaro, amarissimo della beffa sportiva. Onore a Kristoff, dunque, che dimostra una volta di più la non casualità del suo successo alla Sanremo; ma oggi, un po’ tutti tifavano Jack Bauer.
Foto: Slipstream
Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter
marco.regazzoni@olimpiazzurra.com