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Atletica
Atletica, Europei 2014 – Miracolo Pavey: oro a 41 anni! Dominio Storl di peso, Italia ok
Si è conclusa la prima giornata di gare a Zurigo (Svizzera) dove si stanno disputando gli Europei di atletica leggera. Assegnati i primi due titoli. L’Italia sorride con Libania Grenot, poi così così.
Jo Pavey immortale! A quasi 41 anni (le nuove candeline arriveranno solo il 21 settembre) si laurea Campionessa d’Europa sui 10000m. Dopo l’argento a Helsinki 2012, dopo aver rappresentato il suo Paese per ben quattro volte alle Olimpiadi (dal 2000 al 2012), con un fresco parto alle spalle, la mamma britannica arriva alla più grande gioia della carriera, uno dei miti nazionali dell’atletica leggera.
La gara è stata davvero di basso livello, corsa a ritmi quasi da passeggiata. A 1,5km dal traguardo al comando c’era addirittura un gruppo di quindici atleti… A dare lo scossone ci ha pensato a sorpresa Clémence Calvin a due giri dal termine. La transalpina allunga, conduce un gruppo di quattro per 400m poi la Pavey la sorpassa e il suo rettilineo finale è davvero fenomenale. La doppietta francese si concretizza con il bronzo di Laila Traby.
Questi i tempi (alti) del podio: Pavey (32:22.39), Calvin (32:23.58), Traby (32:26.03). Deludono le portoghesi Sara Moreira (quinta, 32:30.12) e la Campionessa uscente Dulce Félix (12esima, 32:35.90). Si è dispersa la belga naturalizzata Almensch Belete, data tra le favorite per le medaglie (33:03.87, quindicesima).
David Storl vince uno degli ori più scontati della vigilia. Il Campione del Mondo domina letteralmente il getto del peso e si conferma anche sul tetto d’Europa (aveva trionfato a Helsinki 2012).
Per il 24enne tedesco basta il primo tentativo con la sua impeccabile tecnica di traslocazione: un ottimo 21.41 che lasciava presagire qualcosa di più che poi non è arrivato. Il teutonico, infatti, provava senza mezzi termini ad abbattere il sempre fatidico muro dei 22 metri (lui che è fermo in questa stagione a 21.97), ma evidentemente la serata non era quella giusta.
La gara, però, nel complesso non ha mai preso lo slancio che tutti si aspettavano. Sono mancati agonismo e pathos, con le posizioni sostanzialmente delineate fin da subito. Anche le misure, pur di buon livello, non sono state all’altezza delle aspettative.
L’argento è andato a sorpresa allo spagnolo Borja Vivas (20.86), il bronzo al Campione Olimpico polacco Tomasz Majewski (20.83) già vincitore del titolo continentale nel 2010.
Libania Grenot ci ha davvero convinto in batteria (clicca qui per saperne di più sulla sua gara). La Panterita è seconda nella sua serie con 51.90, settimo tempo complessivo del turno. Al comando l’ucraina Olha Zemlyak (51.16), seguita dalla britannica Christine Ohuruogu (51.40, che ha sconfitto Libania) e dalla spagnola Indira Terrero (51.62). Delude la russa Tatyana Veshkurova (52.06). L’azzurra è in piena lotta per una medaglia.
Alle semifinali anche Chiara Bazzoni: quinta in batteria, ma il suo 52.19 vale il secondo tempo di ripescaggio. Eliminata invece Maria Enrica Spacca, sesta nella sua serie (53.41).
Il primo duello a distanza tra Francia e Gran Bretagna sui 100m viene vinto dai transalpini. A impressionare maggiormente in batteria è Jimmy Vicaut che mette in moto un’ottima accelerazione, benissimo la parte centrale e chiude in scioltezza con un ottimo 10.06. Ma ci sono voci su un possibile infortunio: a dirle è Teddy Tamgho, Campione del Mondo di triplo (clicca qui per saperne di più). Secondo tempo complessivo per Christophe Lemaitre che sembra in buone condizioni fisiche: esce male dai blocchi, ma poi la progressione è eccellente (10.16).
Dietro gli uomini della terra d’Albione: 10.18 per l’infinito Dwain Chambers, 10.19 per Harry Aikines.Arteetey, 10.22 per James Dasaolu che si copre molto bene e mescola le carte.
In semifinale anche i due azzurri: Delmas Obou terzo nella quinta batteria (10.32, stagionale) e Fabio Cerutti, quarto nella seconda batteria (10.40).
Marzia Caravelli sbaglia il primo ostacolo e chiude al settimo posto la semifinale dei 100hs con 13.06. Un passo indietro rispetto al 12.98 della mattina. Cindy Billaud brilla ancora con 12.79, ma Tiffany Porter brilla ancora di più e realizza un 12.63 da urlo: sarà grande battaglia in finale. All’atto conclusivo anche la belga Anne Zagré (12.83), la bielorussa Alina Talay (12.94), la tedesca Nadine Hildebrand (12.92), la belga Eline Berings (12.95). Tutto sommato la finale era accessibile per una Caravelli al top.
Grandissimi brividi per Giordano Benedetti nelle batterie degli 800m. Il trentino parte molto male e ai 200m si trova in ultima posizione, costretto a sgomitare con gli avversari. Soltanto sul rettilineo riesce nell’impresa di riuscire, ma sul traguardo è soltanto quarto. Il suo 1:48.29, però, gli garantisce l’ultimo tempo di ripescaggio, con due soli centesimi di vantaggio sull’escluso di lusso Andrew Osagie.
I big si controllano a distanza: il favorito Pierre-Ambroise Bosse è secondo nella quarta serie (1:47.83), Marcin Lewandowski vince la prima serie (1:47.73), l’altro polacco Adam Kszczot primeggia nella terza (1:47.92). Il miglior tempo complessivo è a sorpresa dell’irlandese Mark Englsh (1:47.38).
Eliminata Tania Vicenzino nel salto in lungo (6.22, ventesima) La francese Eloyse Lesueur mette in chiaro le cose e stampa 6.72, ma la tedesca Malaika Mihambo (6.70) gli risponde con 6.70. Per le medaglie ci saranno anche la bella russa Darya Klishina (6.66), la serba Ivana Spanovic (6.66), la rumena Alina Rotaru (6.65) e la lettone Aiga Grabuste (6.65). In finale anche la tedesca Melanie Bauschke (6.56), la russa Anna Klyashtornaya (6.53), la bielorussa Volha Sudareva (6.53), la svedese Erica Jarder (6.52), la tedesca Sosthen Moguenara (6.50) e la slovena Nina Djordjevic (6.44).
Malissimo i discoboli azzurri, che non riescono nemmeno a raggiungere la fettuccia dei 60 metri (tanto da scusarsi al termine della gara). Hannes Kirchler è 22esimo (59.24), Giovanni Faloci è 23esimo (59.04). E dire che per qualificarsi in finale bastava realizzare 61.51, misura ampiamente alla loro portata.
Subito grande show di Robert Harting. L’Hulk umano si candida per la medaglia d’oro, da Campione infinito qual è: 67.01 in qualifica con una facilità disarmante, con un gesto tecnico molto semplice. I suoi rivali più accreditati sono indietro: l’estone Gerd Kanter si ferma a 65.79, il polacco Piotr Malachowski spinge poco (64.98).
Questi gli altri qualificati alla finale del lancio del disco: il lituano Andrius Gudzius (64.44), i tedeschi Daniel Jasinski (64.11) e Martin Wierig (63.96), il polacco Robert Urbanek (63.91), il russo Viktor Butenko (62.96), l’estone Martin Kupper (62.61), gli spagnoli Frank Casanas (62.32) e Mario Pestano (62.10), lo svedese Axel Haerstedt (61.51).
La prima metà del decathlon sorride al tedesco Kai Kazmirek (4492 punti), che si prende un interessante vantaggio di 129 lunghezze sul bielorusso Andrei Krauchanka (4363). Terzo l’altro teutonico Arthur Abele (4310) tallonato dall’olandese Eelco Sintnicolaas (4301). Più indietro altri due uomini da medaglia: il francese Kevin Mayer è sesto (4271), il tedesco Rico Freimuth è ottavo (4247).
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alebi
13 Agosto 2014 at 08:18
Proprio brutta la gara di getto del peso. Come successo in passato, Storl ha bisogno di essere punzecchiato per dimostrare il suo vero valore, invece qui senza avversari è apparso quasi svogliato. Tra l’altro era evidente il suo disappunto durante il tentativo di celebrare la medaglia d’oro… ce ne fossero di Storl anche ad altre latitudini! 🙂