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Tennis: Fognini e Seppi, poi il vuoto. Manca un ricambio e Quinzi…

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Ormai da molte stagioni il tennis maschile italiano fa riferimento soprattutto solo su due giocatori: Fabio Fognini e Andreas Seppi. A differenza di quanto accaduto per le ragazze, che negli ultimi anni hanno saputo comunque rinnovarsi, vedi la Errani due anni fa o la Giorgi in questa stagione, tra gli uomini appare esseri un vuoto davvero molto preoccupante dietro ai nostri due punti di riferimento.
Fognini ha solo 27anni e davanti a lui avrà almeno altri cinque/sei anni a grandi livelli, mentre Seppi ha già toccato la trentina e in questa stagione si è già visto un notevole calo di rendimento rispetto alle stagioni passate. Non stiamo assolutamente dicendo che l’altoatesino è vecchio, ma non possiamo sperare che duri in eterno.

Fra poco ci sarà una semifinale di Coppa Davis da giocare con la Svizzera, dove servirà un’impresa in quel di Ginevra, ma questo è un altro discorso e lo tratteremo sicuramente più avanti, ma ci proiettiamo già ad un possibile scenario futuro e a quando probabilmente ci resterà il solo Fognini. La paura è quella di finire come la Gran Bretagna, con il solo Murray (sicuramente superiore al ligure) e poi una serie di giocatori mediocri e che difficilmente fanno risultato. In questo momento il numero tre e il numero quattro italiano sono Paolo Lorenzi e Simone Bolelli, tennisti dalla storia completamente diversa: Il primo è un buon giocatore, che ha saputo costruirsi negli anni una bella classifica grazie al continuo lavoro e al sacrificio, nonostante non avesse un talento straordinario; il secondo, invece, dotato di un braccio eccezionale e di una classe sopraffina, che lo hanno portato addirittura a ridosso dei primi trenta del mondo (“il nuovo Federer” si diceva un tempo), prima che una serie di infortuni e anche la poca continuità di rendimento facessero crollare il bolognese oltre la 300esima posizione. Nel 2014 ‘è stata comunque una svolta nella carriera di Simone, che ha saputo rientrare nel circuito Atp, ottenendo anche buoni risultati a livello Slam e riuscendo a ritornare tra i primi novanta al mondo. Bolelli ha solo 28anni e se il fisico dovesse reggere ancora potrebbe davvero togliersi qualche bella soddisfazione, anche perchè per caratteristiche sulle superfici veloci resta insieme a Fognini il migliore che abbiamo.

I veri problemi nascono ora,quando cerchiamo di volgere lo sguardo ancora più indietro e cercare quali possibile promesse azzurre possono venire fuori. Se vogliamo guardare alla classifica Atp come base di partenza, notiamo che subito dietro ai primi quattro italiani ci sono ancora Filippo Volandri e Potito Starace, due giocatori che ormai rappresentano il passato e ai quali dobbiamo comunque dire grazie per aver riportato almeno l’Italia ai playoff per il World Group, togliendola dalle sabbie mobili della SerieC dove era sprofondata intorno agli anni 2000.

Ancora più indietro, tra la 150esima e la 200esima posizione troviamo una serie di giocatori italiani che non sono mai riusciti a compiere il definitivo salto di qualità e che sono rimasti sempre in un certo anonimato,nonostante da giovani fossero considerati degli ottimi prospetti. Sono davvero tantissimi i nomi che possiamo citare, da Matteo Viola ad Andrea Arnaboldi, ma basta citare il caso di Matteo Trevisan, che addirittura a livello juniores era il numero uno al mondo e che una volta nel circuito maggiore si è completamente perso, sprofondando oltre i trecento.

La paura è quella che la stessa cosa possa capitare ad un ragazzo come Gianluigi Quinzi. Il marchigiano è classe 1996 e dopo la vittoria dello scorso anno a Wimbledon juniores ci si aspettava una veloce ascesa ed invece la giovane stellina azzurra in questa stagione si è un po’ persa. La classifica Atp segna una 304esima posizione davvero troppo bassa per un giocatore delle sue qualità e con così tante aspettative addosso. Negli ultimi mesi i vari Kyrgios e Zverev hanno stupito il mondo con grandi risultati negli Slam e nei vari tornei Atp, mentre il nostro portacolori bazzica ancora nei tornei Challenger oppure fatica a superare le qualificazioni come successo a Kitzbuhel. Adesso c’è stato un nuovo cambio di allenatore e speriamo che Federico Torresi possa aiutare Quinzi ad esplodere definitivamente.

Della generazione di Gianluigi sono anche i vari Matteo Donati e Filippo Baldi, protagonisti anche loro di una storica vittoria dell’Italia nella Coppa Davis Junior due anni fa. Purtroppo anche loro sono fermi in un limbo di eterne promesse, mai veramente sbocciate. Vero anche che noi italiani per tradizione maturiamo tardi, ma ora tutto questo sembra essere una scusa per giustificare una crisi che non può passare inosservata.

 

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Foto Costantini per federtennis

andrea.ziglio@olimpiazzurra.com

 

 

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