Judo
Judo, Mondiali 2014 – Il Giappone già meglio dello scorso anno
Al termine delle prime tre giornate dei Mondiali di judo, possiamo ragionevolmente affermare che una nazione, il Giappone, sta dominando i dibattiti. Il bilancio nipponico, inoltre, è già migliore di quello dell’anno scorso, visto che a Rio 2014 i judoka del Sol Levante conquistarono solamente tre titoli individuali, contro i quattro vinti fino ad ora a Čeljabinsk, e soprattutto nell’ultima edizione le donne giapponesi non conquistarono nemmeno un oro, a parte quello a squadre.
Un altro elemento che appare evidente, è la profondità del movimento giapponese, visti i risultati ottenuti da judoka poco quotati e lontani dai vertici dei ranking mondiali. Questa squadra ha, infatti, la capacità di rinnovarsi ogni anno, non necessariamente inserendo judoka giovani, ma piuttosto presentando in ogni occasione qualche nome nuovo, ignoto ai più al di fuori dei confini nazionali, capace di sorprendere tutti. Dei tre campioni mondiali dell’anno scorso, in particolare, solamente Masashi Ebinuma (66 kg) è riuscito a confermarsi sul trono iridato. Naohisa Takato (60 kg) si è invece dovuto accontentare del bronzo, mentre Shohei Ono (73 kg) ha abdicato ancor prima di entrare nella parte finale del tabellone. Se a questo aggiungiamo l’assenza della due volte iridata Haruna Asami (48 kg), il settimo posto del bronzo dello scorso anno Yuki Hashimoto (52 kg) e l’eliminazione al primo turno della campionessa olimpica Kaori Matsumoto (57 kg), è chiaro come sia necessario avere un elevato numero di judoka di altissimo livello per raggiungere questi risultati.
Alle sconfitte di alcune delle punte di diamante, hanno sopperito così altri judoka. Nella categoria 73 kg, Riki Nakaya si è riscoperto fuoriclasse tornando alla vittoria dopo il successo iridato del 2011. Negli ultimi due anni, infatti, Nakaya è sembrato subire molto la concorrenza con Ono, che prima gli ha strappato il titolo mondiale e poi lo ha sconfitto nella finale dei Campionati Giapponesi. Dal canto suo, la giovanissima Ami Kondo (48 kg), di cui già abbiamo parlato in altri articoli, ha saputo ripagare la fiducia datale, mettendo in luce tutte le sue qualità sui tatami russi e soprattutto dimostrando che la vittoria ai campionati giapponesi non è stata frutto del caso. Agli antipodi di Kondo c’è Nae Udaka (57 kg), divenuta campionessa mondiale per la prima volta a 29 anni, con una sola partecipazione iridata alle spalle e nessuna medaglia vinta neanche ai Campionati Asiatici. Ha sfiorato la medaglia, infine, Kengo Takaichi, classe 1993, altro prodotto della nuova leva nipponica, che ha comunque chiuso la sua prima esperienza mondiale al quinto posto.
La parte più difficile del compito, per i giapponesi, inizierà però domani: lo scorso anno, i nipponici conquistarono solamente un bronzo nelle otto categorie di peso più elevate (quattro maschili e quattro femminili), lasciando così spazio prevalentemente ad atleti europei e latinoamericani. Quest’anno, poi, il Giappone non schiererà nessun judoka nella categoria 100 kg, in quanto nessuno è stato ritenuto idoneo a combattere in sede iridata. Vedremo se riusciranno ad invertire questa tendenza, considerando che è dal 2010 che, tra Mondiali ed Olimpiadi, un rappresentante del Sol Levante non riesce ad imporsi in una delle otto categorie che ancora non hanno assegnato le proprie medaglie.
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RISULTATI
DAY 1 – DAY 2 – DAY 3 – MEDAGLIERE
CONVOCATI
ITALIA – GIAPPONE – FRANCIA – BRASILE – CUBA – GEORGIA – KAZAKISTAN – POLONIA –
RUSSIA – GERMANIA – OLANDA – COREA DEL SUD – MONGOLIA – CINA
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Immagine: IJF
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giulio.chinappi@olimpiazzurra.com