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Volley, Mondiali 2014 – Italia, le tue avversarie della seconda fase ai raggi X

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Domani l’Italia inizierà la seconda fase ai Mondiali. Quattro avversarie da affrontare (e possibilmente da battere) verso Milano, per entrare tra le migliori sei Nazionali del Pianeta volley.

Conosciamo meglio le formazioni che affronteremo, passiamole ai raggi X.

 

GIAPPONE – Può diventare l’avversario numero 1 per la qualificazione alla terza fase. Le abbiamo già affrontate e sconfitte nell’ultimo Grand Prix ma da allora sono cambiate molte cose.

Le nipponiche hanno sfiorato il trionfo in quella manifestazione internazionale, rivoluzionando la storia del volley con l’invenzione dell’Hybrid 6, il fantastico schema senza centrali. Cinque giocatrici d’attacco in campo contemporaneamente per bombardare continuamente il campo avversario, da diversi fronti e da diverse variazioni.

Le asiatiche, però, hanno faticato in avvio di questo Mondiale: sconfitta con l’Azerbaijan, sofferenza estrema con il Belgio poi si sono ripresi con la Cina perdendo soltanto al tie-break.

Contro di loro bisognerà stare estremamente attente in ricezione e in difesa, proprio dove le azzurre hanno stentato nella prima fase. La loro giustificata inesistenza a muro ci permette invece di sfruttare al meglio le braccia di Centoni e (speriamo) Costagrande.

Bisogna prestare molta attenzione anche al servizio di Ishida, alla tonicità di Shinnabe, alla potenza di Kimura, all’estro di Ebata.

 

CINA – L’ostacolo più duro di questa seconda fase, ma se le azzurre dovessero fare bene in precedenza arriverebbero ben più rilassate al big match di domenica.

Le asiatiche erano tra le grandi favorite per il titolo insieme a Brasile e Russia e in questa prima fase non hanno deluso, esprimendo probabilmente una delle migliori pallavolo del torneo. L’Italia le ha già affrontate due volte durante il Grand Prix di agosto: vittoria a Sassari, sconfitta a Hong Kong.

Percorso netto (3-0 su Porto Rico, Azerbaijan, Belgio e Cuba) prima del bellissimo rimontone sul Giappone (da 2-1 sotto fino a conquistare la vittoria al tie-break).

Giocano a tutti campo, con dei solidissimi fondamentali, sorrette da un agonismo davvero invidiabile e una condizione fisica perfetta. Bravissime nel gioco difensivo, sfruttano eccellentemente il muro e riescono sempre a ripartire forte. Ting Zhu è il braccio armato, fenomenale in fase offensiva e sottorete.

 

AZERBAIJAN – Hanno clamorosamente sconfitto il Giappone all’esordio, poi non hanno di certo brillato. Nettamente superate da Belgio e Cina, hanno addirittura rischiato il passaggio del turno durante la partita contro Porto Rico, vinta sudando solo al tie-break.

Il loro gioco si basa su due grandi pilastri: il muro e Polina Rahimova, vera e propria trascinatrice del gruppo, autrice di ben 120 punti in 5 partite (top scorer dell’intero Mondiale).

Il vero compito sarà arginare la giocatrice simbolo, per poi provare ad aggirare il muro con qualche bella invenzione in cabina di regia.

 

BELGIO – Hanno sconfitto nettamente l’Azerbaijan, hanno fatto soffrire il Giappone e lo stavano per trascinare al tie-break, sono crollati contro la Cina.

Le fiamminghe compongono una buona squadra e sono una delle migliori espressioni delle ultime stagioni. Sconfissero la piccola Italia di Mencarelli nell’ultimo Europeo, ma la sensazione è che ora la nostra Nazionale sia nettamente superiore sia tatticamente che per carisma.

Hanno partecipato alla Final Six dell’ultimo Grand Prix grazie alla vittoria del secondo livello, ma con le grandi non sono mai riuscite a incidere.

Sono una formazione comunque rognosa e ben organizzata, ma poggia troppo sul talento di Lisa Van Hecke. Sulla carta è il compito più semplice per le nostre azzurre.

 

(foto FIVB)

 

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3 Commenti

1 Commento

  1. Al

    30 Settembre 2014 at 10:49

    Sono andato a leggermi di più sull’Hybrid 6 su un altro sito (ahi ahi un articolino lo meritava), cercherò di trovare il tempo di guardare il Giappone. A mia memoria (ultimi 25 anni), solo il Brasile ha messo in campo una squadra di universali competitiva per vincere qualcosa: c’era un centrale, Paulao, capace di attaccare come un martello dalla seconda linea. Poi Cuba femminile giocava con due palleggiatrici, il che lascia intendere la presenza di 4 schiacciatori (mai vista, potrei sbagliare). Prima, mi dicono che per un certo periodo ci ha provato l’URSS. In tutte queste formazioni mi sembra però che il palleggiatore/i fosse basso, rispetto ai centrali ovviamente, creando un problema irrisolvibile a muro, per cui alla fine sono tornati tutti all’ovile della formazione classica. Immaginiamo un Hybrid 6 in cui palleggia Vullo, Meoni o Blangé (2,05). Ovviamente dovrebbero allenarsi molto a muro ma… fisicamente si può fare. Sicuramente non mi piace l’idea di rendere l’altezza un requisito essenziale anche per i palleggiatori, ma mi piace molto l’idea che finalmente ci possano essere diversi moduli di gioco tra cui scegliere. Nel calcio, basket etc si affrontano squadre con modi di giocare radicalmente diversi, nella pallavolo da questo punto di vista la fantasia sta a zero: tutti giocano allo stesso modo. Sì ogni allenatore usa il libero in modo diverso, l’Italia ne ha due… ma è davvero poco in termini di varietà. Vediamo come procede questo Hybrid 6!

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