Ciclismo
Ciclismo: l’Italia non è più patria dei velocisti, speranze riposte in Viviani, Guardini e Nizzolo
Tra gli anni 90 e 2000 la maggior parte delle volate di gruppo parlava italiano. Con Mario Cipollini prima e Alessandro Petacchi in seguito, ci sono state grandi battaglie con avversari di spessore come il tedesco Erik Zabel e l’australiano Robbie McEwen. Con il ritiro del “Re Leone” e il passare degli anni per l’irriducibile “Ale jet”, l’Italia non ha più potuto contare su un velocista capace di dominare nel circuito World Tour.
In questo momento i due principali velocisti a livello internazionale sono Marcel Kittel e Mark Cavendish. Il primo, tedesco, ha iniziato con la mountain bike per specializzarsi nelle prove contro il tempo. Con il passaggio al professionismo, il 26enne si è concentrato sulle volate, e ora è il numero uno al mondo. L’inglese invece è il risultato più interessante, assieme a Bradley Wiggins, del lavoro svolto dalla Federazione britannica e del Team Sky in pista. Il 29enne dell’isola di Man si è aggiudicato due titoli mondiali su pista, una Milano-Sanremo, venticinque tappe al Tour de France, quindici al Giro d’Italia e tre alla Vuelta a España e soprattutto il mondiale di ciclismo su strada di Copenaghen 2011.
Proprio dalla pista sta cercando di ripartire la nazionale azzurra per coltivare nuovi velocisti. Non a caso i tre velocisti azzurri più forti, Elia Viviani, Andrea Guardini e Giacomo Nizzolo, tutti e tre classe 1989, hanno gareggiato in pista, perlomeno a livello giovanile. Solo Elia Viviani, laureatosi campione europeo dell’omnium giusto qualche giorno fa, ha proseguito l’attività su pista a livello professionistico affiancandola a quella su strada e sarà una delle nostre speranze più fondate per le medaglie alle Olimpiadi di Rio 2016. In particolare l’oro che manca in casa azzurra dagli anni 90, quando Giovanni Lombardi a Barcellona 1992 nella corsa a punti, Marco Villa ai Mondiali 1995 e 1996 nell’americana e Silvio Martinello, ora commentatore per la Rai, a Atlanta 1996, hanno saputo regalarci grandi gioie. Poche però sono state le soddisfazioni per questi atleti sulla strada. Se Martinello ha vinto 20 corse da professionista, due delle quali al Giro d’Italia, lo stesso non si può dire di Lombardi e Villa, che spesso si sono messi al servizio dei propri compagni e comunque si sono concentrati di più nelle sei giorni in giro per l’Europa.
La speranza per il futuro è affidata a Elia Viviani, che dalla prossima stagione militerà nel Team Sky. L’ambizione e l’obiettivo del veronese è quella di fare un doppio salto di qualità, sia nelle volate che in pista, nell’ottica di arrivare pronto per Rio 2016.
Foto: pagina facebook Cannondale pro
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