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Golf: parata di stelle con l’HSBC Champions, ma senza italiani

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Final Series, atto secondo. Si resta ancora a Shanghai per i playoff dell’European Tour con il quarto ed ultimo torneo valido per i World Golf Championships, l’HSBC Champions (montepremi $ 8.000.000), riservato a tutti i vincitori di una gara nel corso dell’anno. L’elevata posta in palio e il tradizionale fascino dello Sheshan International raccoglieranno i migliori giocatori del globo, tra cui 40 dei primi 50 presenti nel ranking mondiale. Mancherà, però, la stella più luminosa, il n°1 al mondo Rory McIlroy, in procinto di ritornare sulla scena per il Gran Galà di fine novembre a Dubai, probabilmente per suggellare la propria leadership.

Mentre il più forte di tutti resta fermo ai box, calcheranno di nuovo i green i diretti inseguitori del nord-irlandese nel ranking, Adam Scott e Sergio Garcia. Il primo cercherà di mantenere il suo consueto andamento regolare per giocarsi il successo finale, alla pari di un Garcia che vorrà coronare una stagione stellare con una vittoria di assoluto prestigio. Vuole compiere quel passo mancato una settimana fa Justin Rose, in grande spolvero nella seconda parte di 2014, mentre il suo fidato compagno di Ryder Cup, Henrik Stenson, vuole sfatare il tabù della prima vittoria dell’anno. Gli Stati Uniti, in genere, non hanno mai dimostrato un gran feeling con il continente asiatico, ma i fuoriclasse a stelle e strisce in grado di imporsi in qualunque contesto non mancano. Con l’assenza di Furyk, il nome più pericoloso diventa quello di Rickie Fowler, sempre nella Top 5 dei quattro Major disputati nei mesi scorsi. Non meno talentuosi, ma più discontinui, un Bubba Watson a cui mancano troppo spesso le capacità di adattarsi ai diversi campi e Jordan Spieth, in costante ascesa. Vuole confermare il clamoroso exploit che gli è valso il successo in FedEx Cup, invece, Billy Horschel, per dimostrare di non essere soltanto un fenomeno di passaggio, ma un golfista completamente affermato.  Gli europei, tuttavia, sembrano avere una marcia in più, a partire dal vincitore a sorpresa del BMW Masters, il tedesco Marcel Siem, fino ad arrivare al francese Alexander Levy, dominante per 54 buche sul Lake Malaren ma crollato sul più bello, passando per il gallese Jamie Donaldson, anch’egli come Rose ad un passo dallo sfiorare il successo o quantomeno il playoff. Ma non solo. Tra i favoriti non possono che essere annoverati anche il francese Victor Dubuisson e il nord-irlandese Graeme McDowell, sempre in grado di tirare il coniglio fuori dal cilindro e piazzare la stoccata vincente.

Dal Vecchio Continente, inoltre, potrebbero far sentire la propria voce anche il finlandese Mikko Ilonen, l’olandese Joost Luiten e il tedesco Martin Kaymer. Su uno dei protagonisti della Ryder Cup, tuttavia, gravano dubbi riguardo alla propria condizione in questo periodo, così come sugli inglesi Lee Westwood e su un sempre più irriconoscibile Ian Poulter. Proveranno a giocare il fattore sorpresa altri potenziali uomini di prim’ordine ma poco redditizi negli ultimi tempi, come gli statunitensi Jason Dufner e Keegan Bradley. Al contrario, vogliono continuare ad emergere giovani rampanti come Brendon Todd, Chris Kirk, Ryan Moore e il vulcanico Patrick Reed.

Ad ulteriore testimonianza della magra stagione azzurra, nessuno dei tre Big Three italiani ha staccato il pass per il torneo, in quanto una vittoria di peso (escludendo quella di Crespi ad aprile) manca ormai dal maggio 2013, quando Matteo Manassero concluse in trionfo il BMW PGA Championship. Sembra essere passata un’eternità.

 

daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

Foto: Adidas Golf Twitter

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