Golf
Golf: Francesco Molinari e Matteo Manassero, urge una scossa per ritornare nell’élite
Quella che si sta per chiudere passerà agli annali, probabilmente, come una delle peggiori stagioni italiane nell’ultimo lustro. Certo, c’è stato un Open Championship da far brillare gli occhi, un Edoardo Molinari ritornato a più riprese tra i migliori in Europa, laddove l’avevamo lasciato. C’è stato, però, anche l’anonimo rendimento di Francesco Molinari e soprattutto di Matteo Manassero, impalpabili per gran parte dell’anno; i solo Chicco Molinari è stato in grado, a tratti, di mettersi in gioco per una vittoria finale, ma nulla più.
Che sia stato un 2014 stentato lo si capisce, naturalmente, anche dai numeri. Francesco è attualmente 36° nella Race to Dubai, lontano dagli standard tenuti negli ultimi anni. Basti pensare che nel 2013 il torinese concluse in 13esima posizione, mentre nel 2012 addirittura nella Top 10, all’ottavo posto. Senza contare la flessione ben visibile anche nel ranking mondiale, dove Chicco è sceso in 55esima posizione pur avendo cominciato l’anno al 38° posto. Insomma, un momento-no soltanto inframmezzato ad alcune sporadiche prestazioni di livello, sfornate in particolare nel mese di maggio, quando il torinese riuscì ad agguantare anche un prestigioso 4° posto al The Players. Eccezioni che, di fatto, confermano la regola, perché il talento di Molinari è indiscutibile e riconosciuto a livello mondiale, tanto da consentirgli due partecipazioni alla Ryder Cup. Un talento, però, frenato quest’anno dal solito putt difettoso e dalla mancanza di un deciso cambio di passo nei momenti cruciali di un torneo. Il più delle volte, d’altronde, è sempre stato un singolo round a dare ambizioni di alta classifica all’azzurro, mai in grado di dare continuità successivamente.
Non è stato il problema di Matteo Manassero, visto che il veronese si è distinto soltanto in tornei anonimi e completamente da dimenticare. Non ultimo il BMW Masters, concluso malamente nei bassifondi del leaderboard con un esorbitante punteggio, fatto segnare anche nel Cadillac Championship di marzo. Se per i primi mesi dell’anno si pensava ad un periodo di assestamento, dopo alcuni cambiamenti di materiali e tecnici (il drive in particolare), il ritorno nell’oblio avvenuto dopo la buona parentesi di luglio ha spazzato via anche questa ipotesi. Manny sta attraversando un periodo di crisi. Tecnica e, probabilmente, anche mentale, vista la grande solidità psicologica dimostrata spesso e volentieri dal veronese. Dopo i primi quattro anni di professionismo, contrassegnati da una vittoria per stagione, il cammino si è bruscamente interrotto, anche consapevolmente come ci ha raccontato lui stesso in un’intervista di aprile, ma non del tutto.
Clicca qui per mettere “Mi piace” alla pagina dedicata al golf!
Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter
daniele.pansardi@olimpiazzurra.com
Foto: La voce del golf