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Sci Alpino

Sci alpino: Manuela Moelgg alla riscossa…anche in slalom

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La voglia di ripartire, di tornare a ruggire, di dimostrare che ha ancora tanto da dare: nella sciata di Manuela Moelgg vista a Levi sabato scorso si è letta questa ferrea convinzione di tornare a galla, dopo un paio di stagioni difficili.

La Manuela che tutti ricordiamo è una delle sciatrici più tecniche del circuito, capace di chiudere per quattro anni consecutivi tra le prime dieci della classifica finale di gigante e di firmare l’ultimo podio azzurro in slalom speciale, uno dei dieci complessivi di una carriera alla quale manca solo la vittoria. Si sono messi tanti piccoli acciacchi fisici, poi, tra la finanziera di San Vigilio di Marebbe e la continuità, dal ginocchio al cronico problema alla schiena; e la carta d’identità scorreva avanti, facendo scorrere tra i beninformati le solite voci di ritiro, o le solite, inutile considerazioni della serie “ma perché Manuela va avanti?”

Va avanti perché è Manuela Moelgg, un’atleta che nel suo gesto tecnico, ma anche solo guardandola negli occhi, ha sempre trasmesso una carica agonistica con pochi eguali. Forse le sarà anche passato per la testa di mollare, però non sarebbe stato da Manuela Moelgg chiudere così, con due stagioni poco positive, con un numero di partenza in slalom che l’ha portata ad iniziare la propria gara, sabato, più o meno quando l’attenzione di tutti è già sulla seconda manche. La Moelgg ha sfruttato benissimo la Levi Black, pista che si mantiene nelle medesime condizioni per lunghi tratti e dunque agevola gli inserimenti anche con pettorali alti; nella seconda discesa si è scatenata, scalando posizioni su posizioni sino a conquistare il dodicesimo posto (altre, magari, avrebbero tirato il freno a mano accontentandosi di un risultato inferiore per portare a casa comunque un miglioramento nelle classifiche FIS). Un dodicesimo posto che preso così, senza entrare nel merito, potrebbe dire poco, ma intanto rappresenta il suo miglior piazzamento tra i paletti stretti a partire dal gennaio 2012, e poi testimonia, appunto, il ritorno della bionda Manu anche in questa specialità dove tutti conoscono la necessità dell’Italia di guadagnare maggiore competitività. Un punto di partenza, non certo d’arrivo, che rafforza le sensazioni emerse dal Rettenbach di Sölden, dov’era quattordicesima a metà gara prima di un errore decisivo. E già ad Aspen la aspettiamo ad un livello più alto.

 

foto: credit FISI

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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