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Sci alpino: le ambizioni dell’Italjet verso Lake Louise

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Mi accontenterei di bissare il risultato dell’anno scorso“: Gianluca Rulfi, head coach della squadra di velocità azzurra, chiude con un sorriso un’intervista video rilasciata alla Fisi nel quale fa il punto sul lavoro svolto in questi mesi e sulle ambizioni per il doppio appuntamento del weekend, quando i velocisti saranno impegnati in una discesa e in un supergigante a Lake Louise.

Il riferimento è allo splendido successo che Dominik Paris conseguì sulle nevi dell’Alberta dodici mesi fa, sfruttando alla perfezione una pista assolutamente congeniale ad uno scivolatore potente – pur dotato di grande tecnica – come il forestale della Val d’Ultimo. Proprio Paris, secondo le parole di Rulfi, è uno dei due azzurri ad aver trascorso i mesi migliori nella fase di preparazione, avendo così definitivamente archiviato quell’inverno nel quale, alla gemma canadese, fece seguito un maldestro e fastidioso infortunio in Val Gardena. L‘altro nome è Peter Fill: nell’ultima annata, lo abbiamo finalmente rivisto su livelli ben più consoni alle sue potenzialità rispetto a quanto fatto negli anni immediatamente precedenti, oltretutto a Lake Louise ha anche colto l’unica vittoria in carriera nel 2008 e dunque si tratta davvero di una delle frecce principali della squadra tricolore. Tra questi ci dovrebbe essere, visto il palmarès, anche Christof Innerhofer: tuttavia, non è un mistero che il bimedagliato olimpico abbia sciato meno rispetto agli altri compagni e lui stesso, in una recente intervista, ha ammesso di non poter realisticamente ambire ad un piazzamento nelle primissime posizioni.

Lake Louise ci dirà poi quale Werner Heel vedremo nel 2014-2015: se quello travolgente a suon podi del 2008 e del 2013, o quello ben più in ombra del 2011 e del 2014. Anche in questo caso, la pista canadese ha regalato più di una soddisfazione all’atleta della Val Passiria che dunque potrà davvero far valere le sue doti sin dalla discesa d’apertura. Le ambizioni di Matteo Marsaglia sono ovviamente limitate al supergigante, visto che il romano punterà con decisione su questa disciplina e sulle porte larghe del gigante che sono decisamente più congeniali, rispetto alla discesa, alle sue qualità puramente tecniche. Poi abbiamo un Silvano Varettoni reduce dalla miglior stagione della carriera, dove per la prima volta è stato tra i 25 migliori discesisti del mondo a fine anno, e un terzetto composto da Siegmar Klotz, Mattia Casse ed Henri Battilani con storie diverse ed ambizioni simili: arrivare tra i grandi. Klotz viene da un’annata disastrosa, ma le sue potenzialità non sono un mistero; così come non lo sono per Mattia Casse, che per motivi anche extrasciistici non è riuscito a rendere al top negli ultimi inverni, eppure rappresenta davvero il miglior prospetto di polivalenza dello sci azzurro. Battilani deve ancora prendere le misure al massimo circuito dove è addirittura al debutto: si tratta, ahinoi, dell’unico velocista giovane –  ha vent’anni –  che negli ultimi anni ha fatto bene in Coppa Europa, dunque bisogna dargli tutto il tempo e tutta la fiducia necessari per emergere anche tra i big.

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foto: credit FISI

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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