Biathlon
Biathlon, Patrick Favre: “Sono convinto che i ragazzi abbiano le capacità per migliorare ancora”
A pochi giorni dal via della Coppa del Mondo di biathlon, vi presentiamo l’intervista a Patrick Favre, ex atleta e ora tecnico della squadra di Coppa del Mondo italiana. Il 42enne valdostano ci parla le sue aspettative sui ragazzi e la serenità che circonda l’ambiente del team Italiano in vista delle competizioni. Inoltre ci spiega nel dettaglio anche il lavoro svolto durante la preparazione per questa stagione:
Dopo la soddisfazione della medaglia di bronzo della passata stagione alle Olimpiadi, la squadra è motivata a migliorarsi ancora in questa stagione?
“Credo proprio di sì e ciò è confermato dall’impegno dei ragazzi e di tutto il nostro ambiente. La motivazione è fondamentale, perchè nello sport chi si sente già arrivato ha già perso in partenza”.
L’obiettivo principale per questa stagione sono i Mondiali di Konthiolahti? Oppure possiamo aspirare a fare bene fin da subito in Coppa del Mondo?
“L’obiettivo principale sono sicuramente i Mondiali, ma l’aspirazione è di partir bene e disputare tutta la stagione ad alto livello, consapevoli delle capacità e dei mezzi dei nostri ragazzi”.
Come sono andati gli ultimi ritiri di Ramsau e Sjusjoen? Su che lavori si sono basati gli allenamenti ?
“Il raduno di Ramsau ci è servito per lavorare su tecnica e quantità sul ghiacciaio al mattino, mentre nel pomeriggio abbiamo svolto lavori più rivolti al tiro con l’intensità: nonostante una forte nevicata, siamo riusciti a completare il nostro programma. A Sjusjoen si è entrati nella vera stagione invernale, concentrandoci sulla finalizzazione di tutto il lavoro svolto in estate per la preparazione e infine anche per la prova dei materiali”.
Nel weekend a Sjusjoen avete partecipato alla sprint e alla mass start valide per i campionati norvegesi. Come valuti i due successi di Dorothea Wierer e le buone prestazioni delle azzurre? Ricordiamo che erano presenti anche formazioni importanti come quella francese e appunto norvegese, un confronto importante prima del via delle competizioni.
“Il nostro obiettivo era quello di riuscire a trasferire in gara i dettagli su cui abbiamo lavorato durante gli allenamenti: siamo sicuramente contenti, perchè questi risultati aiutano per aumentare la fiducia in se stessi e mantenere la serenità nel gruppo”.
Quale tra gli azzurri finora non ha potuto esprimere tutto il proprio potenziale, a suo modo di vedere ?
“Tutti e cinque hanno le capacità per far di più di quanto già hanno dimostrato e ne sono convinto. Per quanto riguarda Nicole Gontier, mi aspetto che riesca ad esprimersi in gara sui livelli degli allenamenti”.
Fondamentale in queste stagioni è stato l’apporto degli skimen. Quanto è importante per voi la loro collaborazione e per il risultato in pista?
“Ringrazio sicuramente tutti i componenti del nostro gruppo per il lavoro svolto con grande professionalità capacità ed esperienza: a partire dai nostri skimen Giacomo Tiraboschi, Simone Biondini, Julien e Devis. Non dimenticherei nemmeno il prezioso lavoro delle nostre fisioterapiste Roberta Strim e Judith Egger e infine i miei colleghi Fabrizio Curtaz, Patrick Oberegger e Andreas Zingerle con i quali si è formato un ottimo gruppo di lavoro sia in pista che al poligono: i risultati raccolti provengono dall’impegno e dal lavoro di tutti”.
Ora concentriamoci sul tiro: nelle passate stagioni i nostri atleti hanno dimostrato ottime performanze ma è mancata la continuità al poligono. Una componente su cui si è lavorato molto immagino, ma nella quale la testa e la tensione in gara fanno la differenza. Come avete pensato di lavorare in questo senso ?
“Prima di tutto bisogna iniziare a pensare e valutare il biathlon a livello assoluto: non è il risultato complessivo dello sci di fondo sommato al tiro ma sono discipline che si valutano contemporaneamente. Al tiro abbiamo un’ottima tradizione se andiamo a vedere i risultati e le percentuali raccolti negli anni da Michela Ponza e se guardiamo Dorothea Wierer, per velocità e precisione è seconda a pochi. Capisco che un colpo in più o in meno fa la differenza nel nostro sport, ma ci sono tantissime variabili che influenzano le gare nel biathlon. In questa preparazione abbiamo curato ogni particolare sia sulla tecnica di tiro, sfruttando la mia esperienza e quella di Andreas Zingerle, entrambi ex atleti, cercando di capire con i ragazzi quali sono sono le motivazioni psicologiche dove si bloccano e trovano difficoltà: i motivi sono diversi in gara, dalla tensione alla paura oppure alla voglia di far bene e via dicendo. Il nostro non è un compito facile, ma abbiamo lavorato anche in questa direzione”.
La squadra ha perso per ritiro atleti del calibro di Michela Ponza e Markus Windisch ed è forse la formazione più giovane dell’intero circuito : l’esperienza non manca ai nostri atleti, che gareggiano da diversi anni in Coppa del Mondo. L’assenza di Michela, come guida e/o leader, pensi si farà sentire oppure Karin ha l’esperienza e la maturità per guidare al meglio i compagni più giovani ?
“Sicuramente la squadra ha perso due atleti di esperienza del calibro di Michela e Markus, ad ogni modo il gruppo è compatto e solido, perchè da anni facciamo affidamento su questi atleti. La nostra forza è lo spirito di squadra e di affiatamento nel gruppo”.
Foto: pagina Facebook Patrick Favre
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