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Sci di fondo
Sci di fondo, l’Italia maschile per uscire dalle sabbie mobili. Pellegrino per puntare in alto…
Dopo le grandi difficoltà delle ultime stagioni, la squadra maschile di sci di fondo riparte sotto la guida di Giuseppe Chenetti, nuovo allenatore responsabile degli sci stretti e chiamato a risollevare le sorti di una Nazionale attualmente lontano anni luce dai fasti degli anni ’90. Il materiale umano su cui lavorare non mancherebbe e non sarebbe mancato, come vedremo nelle prossime righe, ma il talento degli atleti è stato spesso dilapidato fino a creare quel clamoroso buco generazionale emerso nelle ultime stagioni. Ripetere gli stessi errori, questa volta, sarebbe deleterio.
Federico Pellegrino: pochi dubbi, il valdostano è la stella più luminosa dell’intero movimento. Tre podi lo scorso anno e il pettorale rosso di leader della coppetta sprint indossato per qualche settimana sono un biglietto da visita decisamente di qualità per il poliziotto di Nus, entrato ormai nell’élite della velocità grazie alla brillante ultima annata. L’obiettivo primario sarà confermarsi, strappare qualche altro podio di fianco ai giganti della specialità e, perché no, puntare alla prima vittoria in carriera. I tempi, d’altronde, sembrano essere maturi. Il valdostano, oltretutto, ha dimostrato di essere cresciuto in maniera esponenziale nella gestione delle gare e delle varie batterie, ma può ancora curare ulteriori dettagli per perfezionarsi e lottare costantemente ad armi pari con i vari Hattestad, Kriukov, Brandsdal e soci, seppur solamente a skating. In alternato, probabilmente, Chicco pagherà ancora un sensibile ritardo rispetto ai big.
Giorgio Di Centa: dal bambino al vecchio, ma guai a ricordarglielo. 42 anni e non sentirli per il friulano, sebbene abbia già annunciato che questa sarà la sua ultima stagione ad alti livelli. Lo scorso anno qualche acciacco fisico lo ha decisamente frenato, ma per il gran finale il carabiniere di Tolmezzo vorrà certamente prepararsi maniacalmente, per poter aspirare ad un colpo grosso che coronerebbe un’indimenticabile carriera. Le gare più congeniali potrebbero essere i due skiathlon e le partenze di massa, senza dimenticare che il suo inesauribile stantuffo potrebbe consentirgli di ben figurare anche nel Tour de Ski. L’Italia, per l’ultima volta, si aggrapperà anche (e soprattutto) a lui nelle gare distance per non conoscere l’abisso. E Di Centa, da grane campione qual è, proverà a trascinare gli azzurri fuori dalle sabbie mobili.
Roland Clara: l’eterno incompiuto, da sempre nel limbo tra gli outsider e l’anonimato nelle gare distance. A 32 anni, Rollo dovrà dimostrare di essere maturato definitivamente sotto il profilo tecnico e della gestione delle risorse, la pecca che troppo spesso lo ha privato di risultati importanti. L’altoatesino avrà inevitabilmente già messo nel mirino alcune gare in particolare, vista la sua poca affinità con la tecnica classica e in virtù delle sue grandi doti di scalatore. Se dovesse arrivare in forma nei weekend a lui più congeniali, Clara potrebbe regalare emozioni a tifosi ed appassionati.
Maicol Rastelli: la grande sorpresa della scorsa stagione, con il podio conquistato a Drammen nella sprint in alternato. A casa dei norvegesi e nella tecnica, quindi, meno preferita dagli italiani. Se il valtellinese dovesse confermare quanto di buono fatto vedere a marzo, l’Italia potrebbe ricoprire lo spot attualmente più scoperto in squadra, quello degli sprinter in classico. Il 23enne, però, dovrà dimostrare soprattutto di non aver soltanto avuto una giornata di grazia…
Dietmar Nöckler: dopo l’exploit del 2013, l’altoatesino ha vissuto una stagione difficile, anche a causa di alcuni problemi fisici che non è riuscito mai a scrollarsi davvero di dosso. Il cambio di allenatore non potrà che far bene al 26enne, la cui ascesa iniziata quasi due anni è stata bruscamente interrotta, quando sembrava sul punto di spiccare il volo. Didi, ora, non potrà più sbagliare, per non perdere un treno forse decisivo per imprimere una decisa svolta alla propria carriera. Nelle gare in tecnica classica, d’altra parte, sarà forse l’azzurro più atteso al cancelletto di partenza.
Francesco De Fabiani: le Olimpiadi di Sochi hanno rivelato tutta la grinta e la voglia di mettersi in mostra del 21enne, il prospetto Under 23 più promettente al momento nel panorama nazionale. Per DeFa sarà la prima vera stagione in Coppa del Mondo, dopo averla assaggiata ‘soltanto’ (virgolette doverose) con il Tour de Ski, Per l’abnegazione e la forza di volontà dimostrate, il valdostano ha evidenziato già una mentalità da atleta maturo, consapevole di dover sudare per guadagnarsi un posto nel giro che conta. Sul talento, naturalmente, non ci possono essere dubbi. Se verrà affinato a dovere, Francesco potrà togliersi qualche soddisfazione già a partire da questa stagione, probabilmente più nella tecnica classica che nel pattinato.
David Hofer: la stagione 2012/2013 ci aveva consegnato un Hofer capace di giocarsi il podio in più occasioni, fino a conquistarne uno dietro soltanto a mostri sacri come Cologna e Northug. Quello che doveva essere l’anno della conferma, invece, è finito per essere quello dell’anonimato, perché l’altoatesino non è riuscito mai ad essere competitivo, eccezion fatta per la sprint di Dobbiaco. A 31 anni, insomma, il carabiniere gardenese dovrà dimostrare di potersi rimettere ancora in gioco e di poter ancora far valere una conformazione fisica ed atletica, oltretutto, piuttosto moderna (resistente e veloce allo stesso tempo).
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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com
Credit Fisi