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Cricket, morte Hughes, il Presidente Gambino: “Phil voleva vestire la maglia azzurra”

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La notizia della morte di Philip Hughes, colpito due giorni fa da una palla alla testa durante il match tra New South Wales e South Australia, è per tutti coloro che amano il cricket un dolore devastante.

Questo ragazzo del New South Wales, di madre e passaporto italiano, aveva annunciato il suo arrivo sul proscenio internazionale nel febbraio 2009 realizzando una centuria in ciascun innings del suo secondo Test Match, contro il Sud Africa a Durban. Successivamente, non era più riuscito a mantenere quel livello di eccellenza e la sua presenza nella nazionale australiana, in tutti e tre i formati del gioco, era stata discontinua mentre continuava invece ad essere dominante nel cricket domestico.

Il 2014/2015 si era aperto per Philip con due punteggi record, due doppie centurie contro la nazionale sperimentale sudafricana che sembravano foriere di un ritorno nel XI per l’ormai imminente Test Match contro le West Indies (Indie Occidentali) che inizierà a Brisbane giovedì 4 dicembre.

Philip era nato a Macksville sulla costa settentrionale del New South Wales il 30 novembre 1988. Avrebbe, quindi, compiuto 26 anni domenica prossima. Suo padre Greg è un coltivatore di banana mentre la madre Virginia, nata in Sicilia, è casalinga. Alla nascita la madre lo ha iscritto all’AIRE, trasmettendogli quindi la cittadinanza italiana.

Nel 2009, durante la tournèe della nazionale australiana in Inghilterra, Philip aveva parlato ripetutamente con l’allenatore azzurro Joe Scuderi del suo desiderio di ripercorrere le orme di Michael Di Venuto, vestendo la maglia azzurra a fine carriera. Sarebbe stato un grande onore per l’Italia del cricket schierare in campo un tale campione. Tuttavia, questo conta meno che nulla di fronte alla tragedia di una giovane vita spezzata in modo così assurdo.

Simone Gambino

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