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Ciclismo, il ritorno di Yaya Sanguineti: “Periodo difficile, ma adesso…”

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Tutto sembra iniziare (anzi, finire) con una pomata: il Trofodermin, un cicatrizzante abbastanza diffuso in commercio. Siamo nell’estate 2013, Ilaria Sanguineti – d’ora in poi semplicemente Yaya – affronta le fatiche della prima stagione tra le élite con la maglia della BePink: ligure di Ventimiglia, ha 19 anni e i sogni di una ragazza di quell’età, rafforzati dalle certezze della maglia azzurra indossata a livello giovanile e delle vittorie conseguite da junior.
Come un macigno, nonostante tutti, squadra compresa, giurino sulla sua assoluta buona fede, arriva però un primo deferimento. E poi 12 mesi di squalifica. Una vicenda drammaticamente simile a quella di Stefano Agostini, di cui abbiamo avuto modo di parlare. Ma Yaya non ci sta: niente può far cambiare idea a una ragazza di 19, 20 anni. E così, tra pedalate di rabbia e di amarezza, non scende mai di bicicletta. Si allena, con amici e parenti. Fino alla chiamata che stava aspettando: la BePink, rinata a fianco del marchio LaClassica dopo la parentesi con Astana, riparte con una squadra giovane. E Yaya ci sarà.

Yaya, come hai vissuto quel lungo periodo che va dall’estate 2013 ad oggi?

Posso dire che è stato un periodo veramente difficile, un susseguirsi di tristezza e sofferenza, perché nel vedere tutte le tue “amiche”, compagne e avversarie che correvano e tu devi stare solo a guardare è veramente duro. 
Ma la voglia di tornare non è mai svanita; poi, quando hai di fianco una famiglia fantastica e amici strepitosi, penso che ogni cosa sia più facile da superare.
E io ho avuto la fortuna di avere mamma, papà e mio fratello maggiore sempre vicini, poi la mia migliore amica Nicole, atleta come me, che mi supportava e mi spronava per tutto e mi ha dato la forza di non arrendermi mai.
E poi tutti i miei amici ciclisti, i ragazzi della mia squadra quando ero nelle categorie minori, ovvero la Ciclistica Bordighera, che mi hanno fatto passare l’estate in giro per l’Italia per le loro gare, facendomi sempre rimanere nel clima competitivo, tra una risata e uno scherzo,  come se non fosse successo niente. Senza contare quei Giupponi, ciclisti esagerati, che mi facevano vivere gli allenamenti con una serenità straordinaria… Insomma,una grande famiglia, ed è grazie a loro se sono di nuovo qua“.

 Altre ragazze, magari, al tuo posto avrebbero appeso la bicicletta al chiodo. Qual è stata la molla che ti ha spinto a voler tornare nel ciclismo, dopo una vicenda così assurda?

Io credo che una delle mie caratteristiche principali a livello di persona sia proprio la testardaggine, che in questo periodo si è trasformata prima in cattiveria e poi in forza per aiutarmi a tornare sulla mia strada.
E poi sai, a vent’anni hai ancora tutta la vita davanti e io sinceramente ho ancora tanti sogni nel cassetto”.

Troppe volte, chi è fermo per squalifica –indipendentemente dalla sua reale colpevolezza – viene emarginato e lasciato da parte dal resto dell’ “ambiente”: per te è andata così o ci sono state persone che hanno continuato a credere in te?

Fortunatamente non sono mai stata “abbandonata” da nessuno. Come dicevo prima ho tanta gente che mi vuole bene e crede in me.  Io penso che sia fondamentale avere attorno delle persone che credono in te e ti aiutano in tutto, sia fuori che dentro lo sport.
Poi ho avuto la fortuna di essere approdata da élite al primo anno in una “squadra famiglia” come la BePink, che mi ha sempre sostenuta e infatti adesso sono di nuovo qui per continuare a sognare con loro“.

Parliamo di bici, adesso. Come va la preparazione? Quali obiettivi ti poni per il 2015?

 Adesso siamo in ritiro a Cervinia, un ritiro divertente ma allo stesso tempo faticoso. Siamo una squadra molto giovane e ci divertiamo molto insieme anche se non tutte ci conosciamo da molto tempo, però a vederci sembriamo tutte sorelle.
Questo è il mio punto di partenza, la mia rinascita diciamo, per lanciarmi in un bellissimo 2015, ricco di esperienza, per ingrandire il mio bagaglio sportivo, ma spero anche pieno di risultati e riconferme, come per dire “sono tornata

Che tipo di corridore ti definisci, anche alla luce delle belle vittorie che hai colto da juniores?

Come corridore mi definisco abbastanza completa. La pianura mi piace molto, la salita mi affascina, anche se preferisco le salitelle un po’ più corte e ripide, anche se il mio punto forte è la discesa…mi piace sbizzarrirmi e “pennellare” le curve sulla mia bicicletta. Non si sa mai, in fondo Savoldelli ha vinto un Giro d’Italia grazie alla sua tecnica in discesa“. 

Hai già elogiato l’ambiente BePink-LaClassica, che ben conoscevi dalla tua precedente esperienza. Ti va di descriverlo un po’?

Come ho detto prima BePink non è solo una squadra, io penso che sia anche una grande famiglia. Noi ragazze siamo tutte come sorelle, ridiamo e scherziamo di continuo, però quando c’è da pedalare e faticare lo facciamo con serietà. E poi tutto il personale è veramente fantastico, diciamo tutti dei secondi genitori o dei fratelli maggiori“:

 Quali sono i sogni di Yaya, in bici e nella vita?

I sogni di Yaya sono rinchiusi in un cassetto, da cui speriamo escano nei prossimi anni.
Mi affascinano le gare al nord, pavè e muri li immagino già dall’infanzia...però non sarebbe male nemmeno vestirsi con una maglietta con tutti i colori dell’arcobaleno, ma penso che per quello ci voglia un cassetto veramente grosso!
Giù dalla bici Yaya è una ragazza spensierata, che pensa a divertirsi con gli amici e passare il tempo libero nel miglior modo possibile, staccando la testa da tutti i pensieri. Una cosa che mi affascina davvero tanto sono i Vigili del Fuoco:  mi piacerebbe molto poter intraprendere questo lavoro o conoscerlo più a fondo, perché io penso sinceramente che siano degli eroi.
Per il resto, Yaya pensa a pedalare e a fare le impennate!

Foto: Facebook Davide Ronconi/Ilaria Yaya Sanguineti

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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