A Tokyo 2020 i primi Giochi alimentati ad idrogeno

Come nel 1964, quando ospitò per la prima volta i Giochi Olimpici, la capitale giapponese, Tokyo, punta a stupire il mondo nel 2020, quando il Paese del Sol Levante sfrutterà l’avvenimento a cinque cerchi per sfoggiare tutte le proprie capacità tecnologiche. Ma, questa volta, non si tratterà di mostrare infrastrutture avvenieristiche fini a sé stesse, perché a Tokyo 2020 “tecnologia” farà rima con “ecologia”.

Come riportato dall’ultimo rapporto del comitato organizzatore e dal quotidiano nipponico Yomiuri, i giapponesi puntano a sviluppare un progetto a lungo termine con un budget relativamente ridotto, pari a 2,5 miliardi di euro. “Le Olimpiadi dovranno essere un esempio di espansione sostenibile dell’attività economica grazie a delle disposizioni particolari come l’utilizzo dell’idrogeno in qualità di risorsa energetica“, si legge nel rapporto intitolato “Visione a lungo termine”.

La città di Tokyo ha già ricevuto l’assenso da parte del Comitato Olimpico Internazionale per riutilizzare buona parte delle infrastrutture dei Giochi del 1964, evitando così spese ulteriori per la costruzione di nuovi immobili. Il villaggio olimpico, poi, dovrebbe essere completamente alimentato ad idrogeno, grazie alla tecnologia delle pile a combustibile, capaci di fornire energia (in pratica elettricità ed acqua calda) da questo gas senza che avvenga una combustione. Le infrastrutture di gara, ma anche i ristoranti e gli alloggi degli atleti, nonché i mezzi di trasporto, utilizzeranno unicamente l’idrogeno, o almeno queste sono le attuali intenzioni del comitato organizzatore, anche se resta da realizzare la rete che porterà la nuova fonte energetica in tutto il villaggio olimpico. Nessun problema invece per gli autobus, visto che la Toyota ha già commercializzato in Giappone un’autovettura che funziona con lo stesso principio.

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Immagine: Wikipedia

giulio.chinappi@olimpiazzurra.com