Sci alpino: bentornato, Manfred!

Così a memoria, il rientro-lampo di Manfred Moelgg che avviene appena a 140 giorni dalla lesione al tendine d’Achille della gamba destra pare non avere precedenti nella storia dello sci alpino e più in generale dello sport: qualcosa di assolutamente sorprendente, anche considerando l’età del campione di San Vigilio di Marebbe che a giugno timbrerà i 33 anni.

Tale recupero è sintomo evidentemente di un fisico fuori dal comune, ma anche di una ferrea volontà che pure, stando alle sue dichiarazioni, non lo ha portato a forzare i tempi, bensì ad aspettare di riprendersi pienamente seguendo tutti gli step della riabilitazione e degli allenamenti: d’altronde Manfred ha dalla sua l’esperienza per comprendere quanto sarebbe azzardato un rientro in non perfette condizioni fisiche da un infortunio così grave, dunque la sua decisione sarà sicuramente stata ben ponderata in ogni minimo dettaglio.

Comunque, ogni tifoso italiano non può che essere contento del ritorno di un atleta del genere: nel suo curriculum troviamo una Coppa del Mondo di slalom speciale, due vittorie e diciassette podi nel massimo circuito, tre medaglie iridate. Manfred è il miglior slalomgigantista italiano del dopo Tomba, peraltro sinonimo di regolarità in entrambe le discipline come nessun altro sciatore azzurro: anche perché una peculiarità tipica della nostra nazionale degli ultimi anni è stata quella di puntare, nelle discipline tecniche, su un’eccessiva e non necessariamente positiva specializzazione in un unico format, con slalomisti che gareggiano solo in slalom e gigantisti che gareggiano solo in gigante. Moelgg è l’eccezione, forse anche per questo è il più vincente: e l’Italia lo attende a braccia aperte, per quanto, soprattutto nelle primissime uscite, non ci si dovrà stupire di vederlo un po’ lontano dai suoi magnifici standard di rendimento abituali.

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foto: pagina Facebook Manfred Moelgg

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com