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Sci Alpino

Discesa Val Gardena: la sorpresa di Nyman

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Se fossimo nel ciclismo, si parlerebbe di carrera loca, ovvero di “corsa pazza”. Le emozioni che ha regalato oggi la Saslong sono state a dir poco sensazionali. Dopo tanti rinvii, si è partiti verso le 14, grazie ai grandi sforzi degli organizzatori e dei volontari, nonostante una visibilità non ottimale. Quando sembrava che ad imporsi sarebbe stato il canadese Erik Guay, campione mondiale in carica di discesa libera, è arrivata una di quelle sorprese che solo la pista gardenese sa regalare: la nebbia si dirada, la neve si velocizza, i “numeri alti” si inseriscono là davanti. Primo lo statunitense Steven Nyman, secondo lo sloveno Rok Perko, rispettivamente pettorali 39 e 35: chi ci avrebbe scommesso?

Nyman non è nuovo a scherzetti del genere: sei anni fa aveva colto l’unico successo della carriera proprio qui in Alto Adige, davanti a Cuche e Fritz Strobl. Oggi si è ripetuto, sfruttando delle ottime linee sulle parti tecniche e una grande velocità nel finale: 1:28.82 il suo tempo che spezza il sogno-peraltro durato poco-di Perko, comunque al primo podio della carriera, distanziato di 19/100. Terzo un Erik Guay che, al momento delle discese dei primi due, era già pronto per le foto di rito del podio: dietro di lui, i norvegesi Jansrud e Svindal.

Per quanto riguarda gli azzurri, due grandi gioie vengono da Werner Heel e Silvano Varettoni, rispettivamente pettorale 52 e 51: il ragazzo della Val Passiria chiude sesto, un piazzamento che in discesa non raggiungeva da quasi due anni e che lo restituisce, anche in questa disciplina, tra i migliori al mondo. Silvano Varettoni è invece nono: un risultato straordinario per l’esperto cadorino, che nella scorsa stagione era sembrato quasi sul punto di ritirarsi dopo aver mancato il posto fisso in Coppa Europa; un piazzamento che premia il suo coraggio e la sua costanza, subito alle spalle di un’altra sorpresa di giornata, ovvero l’olandese Marvin Van Heek.  Dominik Paris sfoggia invece una straordinaria acrobazia a metà pista per rimanere nel tracciato e sfrutta poi al meglio le abituali doti di scorrevolezza: quindicesimo posto finale, ma davvero un grande rammarico tanto per quell’errore, quanto per essere partito in un momento nel quale le condizioni non erano certo ottimali. Christof Innerhofer conferma lo scarso feeling con la Saslong e, nonostante dei buoni passaggi sui Ciaslat, fuori dalla zona punti, al pari di Paolo Pangrazzi, Matteo Marsaglia (che in discesa deve ancora limare qualcosa), Peter Fill e Siegmar Klotz, fortemente penalizzati dai primi numeri di partenza.

Domani si disputerà il tradizionale gigante sulla Gran Risa dell’Alta Badia: altre emozioni garantite. That’s ski, baby.

foto tratta da mediagallery.usatoday.org

marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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