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Tennis, Australian Open 2015: Giorgi, un talento senza controllo

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Nella sesta giornata degli Australian Open 2015, quello che rimane maggiormente impresso negli occhi degli appassionati e nel cuore dei tifosi è l’immagine di Camila Giorgi e di come, questa giocatrice, sia in grado di creare e disfare nel giro di pochissimo quello che si vede in campo. Non ce ne vogliano i colleghi più illustri della tennista italiana ma le vittorie di Novak Djokovic, Stanislas Wawrinka e la continua ascesa di Milos Raonic non colpiscono come quello che il match tra Camila e Venus Williams ha evidenziato.

Per 60 minuti, siamo stati davanti ai teleschermi quasi estasiati da questo gioco fatto di notevoli accelerazioni da fondo campo che la Giorgi ha messo in scena alla “Margaret Court Arena” di Melbourne. In quell’ora di gioco, c’è stato tutto: vincenti, fluidità e una gestione ragionevole degli errori. Il canovaccio del secondo set sembrava prevedere lo stesso sviluppo, con la nostra portacolori a martellare, senza pietà, sulla diagonale di dritto la povera Venus che, quasi sfiancata, a stento riusciva a palleggiare. Eccoci alle tre palle break sul 4-2 a favore dell’italiana e lì già a fare dei progetti a lunga scadenza su quello che sarebbe potuto essere il turno successivo. L’occasione, tuttavia, sfuma e il meccanismo comincia ad incepparsi e, nello stesso tempo, la Williams trova delle energie che pochi avrebbero pensato ancora avesse in corpo. La Giorgi ha però un’altra chance, quella del 5-4 per chiudere l’incontro e volare in compagnia delle migliori giocatrici del circuito WTA.

Sfortunatamente, ci ritroviamo ad assistere ad un deja vu con la nostra rappresentante in completa balia di se stessa e di un gioco privo di ogni ragionamento. Un parziale di 12 punti a 2, a favore dell’americana, consente alla Williams di conquistare la seconda partita e presentarsi al set decisivo con la convinzione di poter stare lì solo in attesa di quello che la Giorgi farà. La tattica la premia e gli oltre 60 errori non forzati, con 16 doppi falli, della nostra Camila, danno spazio alle solite domande. Di sicuro, il rammarico è tanto perchè si ha costantemente l’impressione di avere di fronte un grande talento ma completamente inespresso per questioni tecniche ma soprattutto tattiche. Se parlassimo di una gara di “martellate” non dovremmo fare nessun tipo di riflessione ma, stando a disquisire di tennis, ciò riguarda anche la modalità di gestione di una partita contro rivali qualificate. La completa illogicità del contesto, di cui vi parliamo, brucia soprattutto a chi è in attesa di una campionessa in grado di avere qualità per imporsi. Sono anni che Camila crea delle aspettative che vengono puntualmente deluse e la chiave di volta, forse, sarebbe quella di cercare un cambio alla guida tecnica.

Purtroppo ci sono diversi casi in Italia, di giocatori dalle potenzialità alte ma che per questioni psicologiche non riescono a dare il meglio di loro, potremmo citare anche il caso di Fabio Fognini uscito indecorosamente al primo turno degli Open australiani. Pertanto, è necessario trovare delle soluzioni anche per non sperperare quello che c’è di buono nel nostro movimento.

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Immagine: Federtennis/Tonelli

giandomenico.tiseo@olimpiazzurra.com

 

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