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Sci alpino, Mondiali 2015: Italia, Schladming si può migliorare

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Si riparte dai due argenti e un bronzo di Schladming 2013: questo è infatti l’esito finale per l’Italia dell’ultima spedizione iridata dello sci alpino, con Dominik Paris e Nadia Fanchini a sfiorare il successo in discesa e Manfred Moelgg a centrare in gigante la terza medaglia in tre rassegne diverse.

Tra Schladming e Vail/Beaver Creek, dove con la cerimonia inaugurale domani scatteranno i Mondiali 2015, c’è un’Olimpiade di mezzo: un’Olimpiade dove Christof Innerhofer, atleta simbolo di un altro Mondiale (quello indimenticabile di Garmisch-Partenkirchen 211), ha conquistato un argento e un bronzo tra libera e supercombinata. Dunque, cosa possiamo attenderci dai 22 alfieri tricolori giunti in Colorado?

Realisticamente, si può puntare a migliorare quanto fatto in Austria e di conseguenza anche quanto ottenuto in Russia. L’Italia sembra arrivare ai Mondiali 2015 con la maggior parte dei propri atleti al top della forma o comunque in sensibile crescita: lo dimostra un gennaio di altissimo profilo, con la prima vittoria stagionale di Dominik Paris, il ritorno al successo di Elena Fanchini e il primo trionfo della carriera siglato da Stefano Gross, tanto per citare i tre momenti più eclatanti. Queste tre sono sicuramente carte da medaglie: Paris in due discipline, la più esperta delle sorelle camune in libera (sulla Raptor ha un podio), Gross ovviamente in slalom. E poi c’è Christof Innerhofer, uomo da grandi eventi che appunto, nonostante la schiena, sembra in nitida ripresa. Come non citare, oltretutto, Nadia Fanchini e Federica Brignone, ragazze già salite su un podio iridato, o il Giuliano Razzoli che, dopo anni, sta riprendendo a sciare come faceva in quel magico periodo di Vancouver?

Quelli appena citati costituiscono le carte migliori da calare nella mischia iridata e dunque non ci sarebbe da stupirsi se l’Italia conquistasse quattro o più medaglie, tra le quali magari l’agognato oro che manca da Garmisch. Carte migliori, appunto, ma non pienamente esaustive: perché Daniela Merighetti sta vivendo la stagione probabilmente più regolare della carriera, nonostante la porta in faccia rimediata sulle Tofane; uno come Manfred Moelgg non può essere mai scartato a prescindere, così come Werner Heel o Patrick Thaler; e persino Chiara Costazza, se riuscisse a mettere insieme due manche che ha dimostrato a tratti di poter fare, potrebbe dire la sua per un clamoroso podio.

Agli altri il compito di stupirci e di esaltarci. Perché i Mondiali, così come le Olimpiadi, sono fatti proprio per stupirsi: per far trovare la gloria ad atleti che non sono mai saliti sul podio. O ad altri che non ci salgono da parecchio tempo. 

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foto: pagina Facebook Manfred Moelgg

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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