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Ciclismo
Ciclocross, Mondiali: Ferrand-Prevot e Van Der Poel, la copertina è per due
Sabato e domenica si sono disputate le gare valide per i Campionati del mondo di ciclocross a Tabor in Repubblica Ceca. Un percorso spettacolare, innevato ma caratterizzato dal fango che ha emesso il suo verdetto. Pauline Ferrand-Prevot e Mathieu Van Der Poel, rispettivamente iridati della prova Elite femminile e maschile, sono sul tetto del mondo.
La prima, rampante francese, ha conquistato la seconda maglia arcobaleno nel giro di pochi mesi. Dopo il successo su strada a Ponferrada si è ripetuta anche fuoristrada, nella disciplina che fino ad un paio di settimana sembrava avere in Marianne Vos l’unica dominatrice nelle occasioni importanti. L’olandese ha visto la giovane compagna di squadra soffiarle il titolo dopo 6 successi consecutivi. Arrivata non in perfette condizioni fisiche all’evento, la Vos si è dovuta accontentare della terza piazza, alle spalle anche di Sanne Cant, fresca vincitrice della Coppa del mondo. Per Ferrand-Prevot si tratta di un successo che la catapulta, nonostante abbia solo 22 anni, nell’elite del ciclismo femminile. Ora sta a lei confermarsi: le possibilità di riscrivere pagine importanti della storia di questo sport sono concrete. Sempre con il permesso di Marianne Vos, indiscussa signora del ciclismo in rosa.
Il successo di Van Der Poel, invece, è già storia. Il giovane olandese si è imposto a soli 20 anni. Quando lui non aveva ancora compiuto il primo anno di età era stato lo zio, Adrie, ad imporsi nel Mondiale di cross. Un predestinato, come Wout Van Aert, sua nemesi belga, attardato da una caduta ma comunque secondo alle spalle del rivale. Una coppia d’assi che ha già sconvolto il mondo del ciclocross, ribaltando le gerarchie che si erano create negli ultimi anni. L’era dei vari Nys e Powels sembra ormai chiusa, con questi due atleti pronti a giocarsi tutti i successi più importanti. Terzo incomodo un altro olandese, Lars Van Der Haar: a 23 anni sembra quasi un atleta esperto rispetto agli avversari, ma anche lui ha tanti anni di carriera davanti e la stagione su strada ad attenderlo dopo il bronzo di domenica.
In Casa Italia, tanto rammarico per la caduta che ha coinvolto Eva Lechner nella prima curva della gara femminile Elite. Bici rotta e due chilometri a piedi l’hanno messa fuori gara, ma l’azzurra ha comunque dimostrato di essere all’altezza delle migliori, registrando tempi sul giro da podio. Una medaglia era sicuramente alla portata e per quanto visto settimana scorsa Eva non avrebbe avuto nulla da invidiare alle prime due. Bene Alice Maria Arzuffi, che si è confermata tra le migliori 20 al mondo della disciplina con ottime prospettive in ottica futura.
In campo maschile, gara discreta per Marco Aurelio Fontana, decimo al termine di una lunga rimonta scaturita da una pessima posizione di partenza che l’ha costretto a brancolare nel traffico per i primi giri. Questo Mondiale può rappresentare un buon viatico per iniziare la stagione della Mountain Bike, prediletta per lui dalla squadra, nel migliore dei modi. Straordinaria prova di Luca Braidot, invece, dodicesimo e al di sopra delle aspettative.
Tra gli Under 23 l’unico ad essersi distinto è stato Gioele Bertolini, decimo nella prova di categoria nonostante una caduta. La crescita del valtellinese continua ed lui sembra essere il miglior talento in circolazione sulla penisola. Già l’anno prossimo, con un piccolo salto di qualità, potrebbe pensare ad un piazzamento da top 5. Nella gara Junior Stefano Sala e Jakub Dorigoni hanno confermato quanto di buono fatto vedere nelle ultime uscite, chiudendo a ridosso delle prime 5 piazze anche se non son mai stati in lotta per il podio. Entrambe, comunque, potrebbero far vedere ottime cose in futuro. per ora sembrano sulla buona strada. Fangosa, ovviamente, visto lo sport praticato.
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gianluca.santo@olimpiazzurra.com
Foto: Pagina Facebook Pauline Ferrand-Prevot