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Sei Nazioni 2015, l’Irlanda: una macchina inarrestabile a caccia del bis. Con un santone in panchina…

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Mina vagante una stagione fa, grande favorita quest’anno insieme all’inghilterra, ma probabilmente un passo in avanti sulla griglia di partenza. D’altronde, non potrebbe essere altrimenti, dati alla mano: vincenti e convincenti al Sei Nazioni, in grado di superare con autorità Sudafrica e Australia a novembre e di inanellare nove successi su dieci match giocati. I numeri, insomma, parlano chiaro: nemmeno gli All Blacks hanno fatto meglio dell’Irlanda nel 2014 e i campioni in carica hanno tutte le intenzioni di replicare l’impeccabile annata trascorsa. E di migliorarsi in vista della Coppa del Mondo, proprio a partire dalla sfida di sabato dell’Olimpico.

Se la nazionale irlandese è riuscita ad issarsi addirittura al terzo posto del ranking mondiale, gran parte dei meriti sono da attribuire ad un mago del rugby come Joe Schmidt, cervello neozelandese già al servizio di Leinster. Con lui, la franchigia di Dublino ha conquistato quattro trofei in tre stagioni tra il 2011 e il 2013: due Heineken Cup, una Challenge Cup e un Pro12, mostrando un gioco sublime ed universale capace di dominare a livello continentale. Lo stesso che, dal momento in cui Schmidt si è insediato sulla panchina dei Verdi, ha impresso in un amen anche all’Irlanda, con i risultati di cui sopra. Del resto, il materiale umano su cui lavorare già c’era, ma negli ultimi mesi della gestione Kidney la squadra aveva perso quell’identità chiara poi subito restituitole dal ct della terra dei kiwi. Schmidt, finora, è riuscito brillantemente nell’obiettivo di trarre il meglio da ogni giocatore e da ogni reparto, per di più in ogni settore del gioco. Non è un caso, infatti, che l’Irlanda abbia una delle mischie più efficaci al mondo, una touche solida accompagnata da una maul spesso devastante, una ferocia unica nei punti d’incontro, una mediana semplicemente perfetta e una linea di trequarti potenzialmente devastante se innescata con il giusto tempismo (cioè nove volte su dieci). Il tutto condito dalla consueta capacità di costruire un numero pressoché illimitato di fasi senza commettere falli o in avanti.

Contro l’Italia ci saranno diverse assenze di lusso, una su tutte quella di Jonathan Sexton (oltre a Trimble, Foley, Touhy, Jackson e Henry), indiscutibilmente il mediano d’apertura europeo più forte al momento ma, nonostante l’assenza del motore del gioco irlandese, difficilmente tra i campioni in carica si aprirà qualche crepa in un gruppo ormai ben amalgamato e sempre più simile ad una macchina nei test match autunnali. Anche senza una leggenda come Brian O’Driscoll, a dimostrazione di come Schmidt abbia responsabilizzato al meglio tutti i giocatori per raggiungere qualunque obiettivo.

Il probabile XV contro l’Italia

15 Rob Kearney, 14 Tommy Bowe, 13 Robbie Henshaw, 12 Gordon D’Arcy, 11 Simon Zebo, 10 Ian Madigan, 9 Conor Murray, 8 Jamie Heaslip (cap), 7 Dominic Ryan, 6 Peter O’Mahony, 5 Paul O’Connell, 4 Devin Toner, 3 Mike Ross, 2 Rory Best, 1 Jack McGrath

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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com 

Foto: Official Facebok Irish Rugby

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