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Sci alpino, Mondiali: Reichelt, l’Austria fa il bis! Male gli azzurri

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Due su due. Secondo oro in altrettante gare per l’Austria, che dopo il trionfo di Anna Fenninger nella gara femminile celebra anche quello di Hannes Reichelt nel supergigante maschile: del resto, il trentaquattrenne di Altenmarkt aveva già vinto per tre volte sulla Birds of Prey e dunque oggi è riuscito a conquistare il titolo più prestigioso della carriera, presumibilmente all’ultimo appello, sulla pista prediletta.

Assieme a lui salgono sul podio l’incredibile canadese Dustin Cook, distanziato di 11/100, e  il francese Adrien Theaux, staccato di 24/100 dall’1:15.68 del vincitore. Il sorprendente inserimento del nordamericano fa precipitare fuori dalla zona medaglie Kjetil Jansrud e Matthias Mayer, fin lì certi della medaglia di bronzo in coabitazione.

Comunque, Reichelt fa la differenza nella seconda parte del tracciato, dopo essersi difeso molto bene nei primi due settori: quasi nessuna sbavatura per l’austriaco, che trema quando Cook, mai oltre il dodicesimo posto in Coppa del Mondo, gli resta incollato intermedio dopo intermedio sino a strappare l’imprevedibile argento. Una certa dose di sorpresa, seppur minore, per Adrien Theaux, mai sul podio in stagione e oggi capace di agguantare la medaglia.  Jansrud, invece, rimane condizionato da una dolorosa inforcata di testa alla terza porta, che certamente si fa sentire in modo pesante sulla spalla.  In sesta piazza, a 37/100 dal vincitore, un grande Aksel Lund Svindal: una performance straordinaria per questo campione operato in autunno al tendine d’Achille e incredibilmente rientrato in corsa per l’evento iridato. Sarebbe stato ancora più clamoroso, invece, il risultato di Bode Miller: il funambolo statunitense stava dando spettacolo, ma un pericolosissimo testacoda dovuto all’inforcata col braccio nella porta di una compressione lo mette fuori gara. Possiamo solo augurargli di non aver riportato conseguenze più gravi del profondo taglio al polpaccio inquadrato dalle telecamere.

Non si parla di Italia per le prime posizioni e la delusione è senz’altro forte. I migliori sono Dominik Paris e Matteo Marsaglia, quattordicesimi a 89/100: per la guardia forestale della Val d’Ultimo una gara regolare, in costante ritardo rispetto ai migliori, ma siamo convinti che in discesa saprà decisamente fare meglio . Stesso tempo per Marsaglia, bravissimo nelle curve tecniche, ma in difficoltà sul piano probabilmente per aver inciso troppo nella porta precedente: un errore al quale si somma un ritardo di linea sul salto finale. Per Christof Innerhofer tanti piccoli errori, uniti a dei picchi di velocità ben lontani dai migliori, gli impediscono di andare oltre il 18° posto a 1.34.  Werner Heel parte forte, ma una grave indecisione su una gobba poco prima del secondo intermedio lo porta a perdere parecchio terreno e a deconcentrarsi nei passaggi finali sino a chiudere fuori dai primi venti.

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foto: pagina Facebook Hannes Reichelt

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

 

5 Commenti

1 Commento

  1. ale sandro

    5 Febbraio 2015 at 20:54

    E bravo Marco, te lo sentivi, del resto uno così è naturale ritenerlo tra i favoriti. Dimmi la verità che te lo sei giocato Hannes (scherzo ovviamente) 😀
    Sempre che non saltino fuori altre sorprese alla Cook, ma credo proprio di no ormai. Gara particolare per l’interpretazione sia della neve ,che del tracciato ovviamente difficile. Sembra quasi che i nostri , con condizione di non ghiaccio (come tante volte accade ahimè) non siano riusciti a trovare il modo corretto di far correre gli sci, mentre credo che per Paris abbia influito qualcosina la tracciatura fatta per atleti più tecnici di lui, sebbene non sia certo l’ultimo in questo aspetto , anzi. Spero che con la discesa si possa rivedere il Dominik dei giorni migliori, e non vedrei proprio il motivo per cui non possa accadere questo. Di sicuro nessuno ,di qualsiasi nazionalità,può lamentarsi delle condizioni della pista in generale , come tenuta, perchè il tempo si può fare sempre. Applausi per i rientranti Miller e Svindal,quest’ultimo tanto di cappello e che sia di buon auspicio anche per Manfred, rimpianti per Jansrud e Mayer,che continuo a vedere tra i protagonisti per la discesa.

    • Marco Regazzoni

      5 Febbraio 2015 at 21:39

      Ale, sull’articolo di ieri mattina in cui sottolineavo Reichelt devo dare atto al collega Giulio Chinappi di avermelo, diciamo, “caldamente segnalato” ;)…anche se in ogni caso era già di diritto tra i favoriti. Dagli azzurri era lecito attendersi molto di più, non necessariamente una medaglia, chiaro, ma una prestazione di squadra migliore sembrava davvero possibile.
      Nelle interviste del dopo gara, Paris parla di linee troppo lunghe, Marsaglia di eccessivo rispetto su una neve diversa dal solito, Heel di pochi rischi presi e Inner di condizioni ben lontane dalle sue ideali. Indubbiamente la neve era differente da quella che si trova in Nordamerica a fine novembre, però, per come la vedo io, questo non può essere un alibi. La sensazione, appunto, è che abbiano sbagliato ad interpretare fondo e tracciatura, che comunque, un po’ come nel femminile, era il giusto mix tra tecnica e scorrevolezza: visti i distacchi ridotti, bastava davvero un minimo errore per perdere tante posizioni. Al di là di tutto, mi aspettavo proprio di più, ma penso e spero che in discesa sarà un’altra musica.

      • ale sandro

        5 Febbraio 2015 at 21:58

        E allora bravo anche Giulio 🙂
        Assolutamente vero il discorso sugli azzurri, con una precisazione. Quando si parla di motivazioni che hanno portato al risultato negativo come tracciatura e neve o cose simili, non è affatto un alibi per me, ma l’esatto contrario. Perchè si sta infatti ammettendo il limite degli sciatori nostrani nell’avere da una parte sbagliato gara come interpretazione del tracciato , e dall’altra come incapacità di sciare bene in tutte le condizioni del fondo,in ogni momento della stagione. Si dovrebbe evidenziare questo come un limite, e suona decisamente come una critica a mio parere costruttiva, perchè si va direttamente al cuore della faccenda. In ogni caso per la discesa mi ripeto, Paris (unico azzurro con Inner che però temo non ne abbia e spero mi smentisca alla grande), per l’evoluzione della sua carriera me lo aspetto con i 5-6 visti anche oggi in grande spolvero, a giocarsi le medaglie, di sicuro non a quasi un secondo come oggi.

        • Marco Regazzoni

          5 Febbraio 2015 at 22:23

          Perfettamente d’accordo. L’unico alibi che io ammetto sono i momenti di difficoltà fisica o, seppur più difficili da intuire, mentale: è indubbio ad esempio che Innerhofer non sia al top della forma. Condizioni della neve, conformazione della pista e tipo di tracciatura rappresentano il background della gara e a quello, volente o nolente, ti devi adattare. Non a caso, per me il risultato di oggi è deludente; anche se indubbiamente certe caratteristiche favoriscono o penalizzano un atleta o un altro, tanto tra gli italiani quanto tra gli stranieri. Però appunto, non possono essere un alibi.

  2. Luca46

    5 Febbraio 2015 at 20:31

    Mi aspettavo di più soprattutto da Paris. Deluso e preoccupato per la gara di discesa libera. C’è da temere secondo voi? Cosa non ha funzionato?

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