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Sci Alpino

Sci alpino, Mondiali: Svizzera e Usa, gara da sogno

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Ich glaub ich träume“, ovvero “penso di sognare”. Patrick Kueng affida alla propria pagina Facebook la brevissima riflessione dopo la straordinaria medaglia d’oro conquistata questa sera ai Mondiali di Vail-Beaver Creek, in una gara che è sembrata davvero un affare tra svizzeri e statunitensi, con sette atleti di queste due nazioni tra i primi 11.

Se il solito (per i grandi eventi) Weibrecht ha provato a far saltare il banco quando ormai le cerimonie del podio stavano già prendendo il via, rimanendo ad una manciata di centesimi dal vincitore sino all’ultimo intermedio, il trentenne del Canton Glarona ha potuto ugualmente dare sfogo ad una gioia sacrosanta quanto, forse, inaspettata: pur essendo un atleta da primissimo gruppo di merito, in pochi avrebbero scommesso su di lui. I nomi caldi erano altri: Jansrud, il nostro Paris, Mayer, tutti lontani o lontanissimi. Così al secondo posto sale Travis Ganong, anch’egli tra i meno quotati del primo gruppo, pur correndo sulla pista di casa dove già a dicembre aveva chiuso al quinto posto; e terzo è Beat Feuz, l’atleta col curriculum più impegnativo tra i primi tre prima di stasera. Nel 2012 era l’anti Hirscher per la Coppa del Mondo assoluta, poi questo ragazzo, al pari di Kueng proveniente da uno dei tanti, microscopici villaggi alpini, si è bloccato per una serie di problemi molto “tosti” ad un ginocchio, sfociati in una seria infezione: ad un certo punto, sembrava quasi che Feuz non sarebbe più tornato a gareggiare. E invece c’è, è lì con al collo la prima, meritatissima medaglia della carriera.

Linee giuste e materiali giusti, questo hanno avuto tanto i rossocrociati, quanto gli statunitensi. E questo è bastato a lasciare nelle retrovie i tre migliori atleti della classifica di specialità in Coppa del Mondo. Si conferma la regola che non sempre il Mondiale o l’Olimpiade viene vinto dallo sciatore più forte o più regolare in quella stagione, anzi; tuttavia, è forse proprio tale caratteristica a rendere unica la passione sprigionata da questi grandi eventi e ad incrementare ulteriormente il valore di chi riesce a vincere in queste circostanze. Complimenti ai vicini svizzeri e ai padroni di casa a stelle e strisce, dunque; per l’Italia, questa è la sera del silenzio.

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foto: pagina Facebook Vail Beaver Creek 2015

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

 

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