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Eduardo Martano e il campionato nazionale di specialità

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Eduardo Martano è un classe ’93 al primo anno tra i seniores. Dalla Società Ginnastica Campania 2000 di Napoli sta uscendo fuori e ha conquistato il primo importante titolo: il campionato nazionale di specialità (anelli). Da poco ha iniziato anche l’Università (ingegneria meccanica alla Federico II). Appassionato di sport e motori si racconta…

 

La prima vittoria tra i grandi a livello nazionale. Raccontaci il weekend di Carate Brianza e le tue emozioni.

“Raccontare in breve questa esperienza non è facile, una 48 ore tutta emozioni e impegni. Sono arrivato in albergo alle 10.30 e il pensiero era già rivolto alla semifinale della sera tanto da non farmi riposare tutta la giornata. Per la prima volta dopo tanti anni, prima dell’esercizio, iniziavo ad avvertire l’ansia, le gambe mi tremavano e questa condizione mi ha portato a un grave errore nella fase di slancio del mio esercizio. Dopo un’interminabile ora d’attesa (durante la quale ho anche eseguito un’ottima performance al corpo libero) vengono rese note le classifiche.

Sesto a sorpresa al corpo libero e sopratutto sesto agli anelli: in entrambi i casi è l’ultima piazza ultile per la qualificazione in finale. Finalmente posso tornare in albergo e preparare questa attesissima prima finale senior agli anelli.

La mattina dopo la tensione è alle stelle, ma ho piena lucidità nella mente. Durante il riscaldamento salgo sugli anelli per provare quella maledetta parte di slancio e va tutto bene. Durante la gara il favorito per la vittoria sbaglia clamorosamente l’esercizio e il mio allenatore Salvatore Galasso mi lancia uno sguardo e ci capiamo al volo: è il momento di dare il massimo. La parte di forza è impeccabile e anche la fase di slancio non mi fa perdere decimi importanti, poi un’uscita pulita e stoppata perfettamente, un sospiro di sollievo. Il punteggio tarda ad arrivare sono minuti interminabili finché un 13.15 compare sugli schermi: è il più alto. Tutte le ansie crollano in un grande abbraccio con Salvatore che mi ripete: “ce l’abbiamo fatta, ne ero sicuro”.

Avevi già vinto tra gli juniores e sei riuscito a riconfermarti tra i senior. Hai risentito del salto e quali sono state le difficoltà principali del passaggio di categoria?

Sicuramente la pressione era maggiore quest’anno e la vittoria era davvero una missione dura. Gli altri anni tra gli junior ero dato sempre tra i favoriti, ma quest’anno me la dovevo vedere contro quelli che qualche anno fa vedevo come gli irraggiungibili veterani. È stata una bella soddisfazione scavalcarli al primo colpo”.

Che livello hai riscontrato in giro e com’è stato esser premiato da Angioletti?

Livello in particolare agli anelli abbastanza alto. Una finale che si giocava sul filo del decimo di punto: i punteggi di qualificazione per la finale rientravano tutti in uno scarto di 25 centesimi di punto. E poi i complimenti di Matteo Angioletti a fine gara sono stati la ciliegina sulla torta”.

Come mai proprio la scelta degli anelli? Una predisposizione fisica particolare oppure un amore che è saltato fuori col tempo?

Si può dire che gli anelli sono stati il mio primo amore in palestra. Iniziò tutto grazie al Signore degli Anelli Jury Chechi: guardare il controllo e la leggerezza con cui effettuava il suo esercizio ad Atene mi faceva venire in mente che quella era la cosa più bella che potessi fare. Espressione di eleganza e potenza; poi col tempo i desideri divennero realtà grazie anche al fisico basso e robusto particolarmente portato per l’attrezzo”.

Come concili il castello con il corpo libero in cui ti difendi molto bene?

Per quanto riguarda il corpo libero si addice abbastanza alla mia caratteristica forza esplosiva e alla facilità con cui (anche prima di fare ginnastica) riesco a provare salti nuovi: è un attrezzo che ho sempre fatto con grande piacere per puro divertimento anche non in palestra in quanto mi ha sempre dato un senso di incredibile libertà “il poter saltare più in alto è possibile”.

Qual è il tuo punto di forza e l’elemento che ti contraddistingue? Un punto debole?

Il mio punto di forza è sicuramente una grande forza fisica. L’elemento che più mi caratterizza è la rondine agli anelli (che consiste nel mantenere la posizione del corpo orizzontale all’altezza degli anelli). Un punto debole è sicuramente il cavallo con maniglie: una battaglia continua”.

Obiettivi per il 2013? Guardando più lontano invece?

Per il 2013 mi aspetto di continuare la mia attività cercando un equilibrio tra i vari impegni universitari e la ricerca di buoni risultati anche nel campionato a squadre. Per quanto riguarda il futuro purtroppo studi e allenamenti non vanno tanto d’accordo: bisognerà fare delle scelte. Il sogno è sicuramente quello di accedere a un panorama internazionale: per ora penso a fare del mio meglio e a divertirmi nel mio castello”.

Come hai iniziato a fare ginnastica e cosa ti spinge a continuare?

Iniziò tutto grazie all’Olimpiade di Atene 2004: ero in camera mia, stavo per compiere undici anni ed ero un nuotatore di buon livello, quando papà mi chiamò in salone e mi disse di guardare un po’ quanto era bravo “quello lì in televisione”. Un certo signor Jury Chechi mi incantò con la sua leggerezza e da quel momento la mia vita ha preso una svolta cruciale: non mi interessava più delle vasche e del cloro dopo sei anni di nuoto. Una mattina andai da papà e dissi: “io voglio fare anelli”. Mi portò un pomeriggio in palestra a Fuorigrotta dove conobbi per la prima volta salvatore: da lì iniziò un amore per questo sport che continua tutt’ora nonostante gli infortuni. La ginnastica nella mia giornata è il mio angolo di libertà”.

 

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