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Atletica
Atletica, Europei 2015: Johnson-Thompson sfiora il record, tris francese negli ostacoli. Trost e Galvan in finale
A Praga (Repubblica Ceca) si sono assegnate questo pomeriggio le prime medaglie dei Campionati Europei indoor 2015 di atletica. Per i colori italiani sono invece arrivati buoni risultati in prospettiva, visto che Matteo Galvan (400 metri) ed Alessia Trost (salto in alto) hanno ottenuto l’accesso alla finale.
FINALI
La prima medaglia d’oro di questa rassegna continentale è andata alla Gran Bretagna, grazie a Katarina Johnson-Thompson, dominatrice del pentathlon e vincitrice con l’incredibile punteggio di 5000 punti, il secondo più alto mai ottenuto nella storia, a sole tredici unità dal record mondiale dell’ucraina Nataliya Dobrynska. La ventiduenne di Liverpool ha impressionato in particolare nelle ultime due prove, il salto in lungo (6.89 metri) e gli 800 metri (2’12″78). Si conferma la grande crescita della belga Nafissatou Thiam, medagliata d’argento con 4696 punti, mentre l’atleta di casa Eliška Klučinová ha regalato la medaglia di bronzo al Paese organizzatore, stabilendo il nuovo primato nazionale con 4687 punti. Chiude solamente in quinta posizione la francese Antoinette Nana Djimou Ida, campionessa uscente che non è apparsa nella forma dei giorni migliori.
Altro grande protagonista della giornata è stato il solito tedesco David Storl, dominatore delle ultime stagioni nel getto del peso. Il ventiquattrenne non aveva però mai vinto il titolo europeo indoor, lacuna che ha prontamente colmato con una misura di 21.23 ottenuta all’ultimo tentativo, quando era comunque certo della vittoria. Ultimo lancio fondamentale anche per il campione in carica Asmir Kolašinac: il serbo ha infatti agguantato l’argento con la misura di 20.90 metri, superando l’eroe di casa Ladislav Prášil, bronzo con 20.66 metri.
Favorita della vigilia, la bielorussa Alina Talay non ha deluso le aspettative nella finale dei 60 metri ostacoli femminili. Argento due anni fa, la venticinquenne ha finalmente ottenuto la medaglia d’oro con tanto di record nazionale a 7″85. Due medaglie, invece, per la Gran Bretagna, che ha piazzato Lucy Hatton in seconda posizione (7″90) e Serita Solomon in terza (7″93), entrambe con il nuovo primato personale. Da segnalare anche il primato nazionale finlandese ottenuto da Nooralotta Neziri, sesta in 7″97. In semifinale era presente invece l’azzurra Giulia Pennella, che ha eguagliato il suo record stagionale con il tempo di 8″08, piazzandosi al tredicesimo posto complessivo.
Dominio francese, invece, nei 60 metri ostacoli maschili, dove gli atleti Bleus hanno occupato tutti i gradini del podio. In ombra in questa prima parte di stagione, Pascal Martinot-Lagarde ha ottenuto la medaglia d’oro in 7″49, battendo grazie al tuffo finale Dimitri Bascou (7″50 dopo aver realizzato il personal best di 7″46 in semifinale). Il vincitore ha anche subito un leggero infortunio ad una coscia, che comunque non gli ha impedito di festeggiare il titolo. La medaglia di bronzo è andata al giovane Wilhem Belocian, non ancora ventenne, che a sua volta ha stabilito il suo record personale in 7″52. Più staccati gli altri, a partire dal tedesco Erik Balnuweit (7″59).
Nel salto in lungo, infine, è stata la Svezia a trionfare. Michel Tornéus si è laureato campione continentale grazie ad un balzo ad 8.20 metri, misura che gli è valsa anche il record nazionale del Paese scandinavo. Ma a sorprendere è stato soprattutto il suo connazionale Andreas Otterling, che ha migliorato due volte il suo primato personale per ottenere il bronzo ad 8.06 metri. Tra i due svedesi si è inserito l’atleta di casa, Radek Juška, a sua volta capace di realizzare il personal best con 8.10 metri. Fuori dal podio uno dei favoriti, il greco Loúis Tsátoumas, quarto a 7.98 metri.
QUALIFICAZIONI E SEMIFINALI
Ottima prestazione di Matteo Galvan nelle semifinali dei 400 metri: nella prima heat, l’azzurro ha chiuso in seconda posizione con il tempo di 46″82, qualificandosi di diritto alla finale di domani alle spalle del belga Dylan Borlée (record personale in 46″72). Il favorito per il titolo sarà però il padrone di casa Pavel Maslák, che ha ottenuto il miglior tempo, vincendo la seconda semifinale in 46″46 davanti al polacco Łukasz Krawczuk (46″71). Completano il quadro dei qualificati l’altro polacco Rafał Omelko e l’ucraino Yevhen Hutsol, che hanno approfittato dell’errore tattico dell’israeliano di origine statunitense Donald Sanford, rimasto imbottigliato all’ingresso del rettilineo finale e caduto sulla linea del traguardo.
Nell’omologa distanza al femminile, è stata ancora una ceca a destare un’ottima impressione, Denisa Rosolová, vincitrice della seconda semifinale in 52″48 davanti alla slovacca Iveta Putalová (record nazionale in 52″99) ed alla britannica Seren Bundy-Davies, che ha eliminato al photofinish la francese Floria Gueï, eroina della staffetta 4×400 metri agli Europei all’aperto di Zurigo 2014. In precedenza, avevano passato il taglio l’ucraina Nataliya Pyhyda (52″44), la francese Marie Gayot e la spagnola Indira Terrero.
Nel salto in alto, Alessia Trost ha realizzato la misura qualificativa di 1.94 metri al primo tentativo, classificandosi seconda a causa di un errore alla quota precedente di 1.91 metri. L’unica a realizzare un percorso netto è stata la polacca Justyna Kasprzycka, che sarà tra le favorite della finale assieme alla connazionale Kamila Lićwinko, unica a superare la soglia dei due metri in stagione. Presenti in finale anche la campionessa in carica, la spagnola Ruth Beitia e la campionessa mondiale indoor Marija Kuchina (Russia).
Nelle qualificazioni dei 3000 metri maschili, il migliore è stato il turco Ali Kaya, vincitore della seconda heat in 7’45″65. Meno sostenuto il ritmo della batteria precedente, che ha visto il successo del tedesco Richard Ringer con il tempo di 7’52″14. I favoriti saranno comunque tutti della partita per l’atto conclusivo, che avrà luogo domani.
Nel salto con l’asta femminile, hanno realizzato la prova perfetta fino alla quota qualificativa di 4.60 metri la russa Anzhelika Sidorova e la greca Ekateríni Stefanídi. Delusione per il pubblico di Praga, che ha assistito all’eliminazione di Jiřina Ptáčníková, vincitrice dell’argento mondiale al coperto un anno fa ma solamente quattordicesima nella prova odierna (4.45 metri). Tra le eliminate anche un altro nome importante, quello della russa Anastasija Savchenko.
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Immagine: Katarina Johnson Thompson (pagina Facebook)
giulio.chinappi@olimpiazzurra.com
ale sandro
7 Marzo 2015 at 11:53
Sicuramente il getto del peso (e il giavellotto come dicevi) per la Thompson è un..peso importante :), mi sembra una grande agonista e soprattutto ha ancora ampi margini se pensiamo al piazzamento vicino al podio dei mondiali scorsi a 20 anni. Mi dà l’impressione che l’eptathlon sarà una gara molto equilibrata in futuro. In ogni caso penso siano inalterate per lei le possibilità per fare grandi cose in gare individuali non multiple in futuro, del resto di grandissimi esempi ne abbiamo avuti diversi.
Condivido il discorso sui giovani, io ad esempio dopo la bella rassegna di Lione mi pare, dell’altra settimana per gli junior e allievi, con ottime prestazioni, avrei rischiato una Zenoni per imparare in più qualcosa di nuovo negli 800, una musata non fa male a nessuno in questi tempi. Se non ci fossero questioni di passaporto la piccola Dosso nei 60 l’avrei vista volentieri. Sono del parere che bisogna “portarsi avanti col lavoro”, invece spesso la grande manifestazione di categoria ha prevalso sulla importante gara senior. In questo senso Bukowiecki , oltre ad avere la stoffa e pure il vestito già pronto, penso confermi questo discorso ,cioè di mettersi in gioco alla grande da subito. Se penso alla situazione di Secci mi convinco ancora di più di questo.
alebi
7 Marzo 2015 at 14:43
Hai centrato in pieno il mio pensiero. Troppo spesso si preferisce tenere nella bambagia atleti di 22-23 anni, gli si dice che i loro appuntamenti più importanti sono quelli di categoria (basta sentire le interviste post-campionato nazionale) quando a quell’età il resto del mondo si confronta da un pezzo con gli “adulti” e poi magari si pretende che a 25-26-27 anni facciano il risultato, quando magari hanno alle spalle solo una o due manifestazioni internazionali. Tanto per fare un esempio…. se la Trost fosse andata alle Olimpiadi, avrebbe subito la stessa tensione della gara (da favorita) a Goteborg? Tra le mancate convocazioni a questa manifestazione, a parte la Nicoletti che non capisco proprio dato che aveva fatto il minimo, secondo me era obbligatorio mandare la Rossit (giovanissima e con due gare oltre i l’1.90) e la Bruni (che ha bisogno di ritrovare il ritmo gare, senza l’ansia da prestazione, o ci aspettiamo che l’esperienza se la faccia davanti la TV e improvvisamente diventi atleta da medaglia?). Che poi le convocazioni non hanno seguito un filo logico… Oggi mi sono incantata nel vedere Bussotti Neves demolire il suo PB di 5 secondi (!!) e a momenti centrare una finale impensabile (aveva l’ultimo tempo degli iscritti!!). Quanta esperienza internazionale aveva? Logico che finchè corre in Italia e si adegua alle gare tattiche e lente del nostro campionato non può dimostrare di avere, invece, nelle gambe un tempo come 3:42… Per me finora vince il premio di MVP della squadra! Ma perchè a lui si è data questa opportunità e ad altri no? Incoerenza totale e mancanza di lungimiranza.
alebi
7 Marzo 2015 at 09:32
Esaltantissima la gara della KJT che fin dagli ostacoli ha fatto vedere di esserci per il grande risultato (e la piccola disperazione dopo gli 800 lo conferma… un “solo” secondo in meno ed era record del mondo!). Però come avevo commentato qualche post fa, quest’anno aveva iniziato la stagione con due personali mostruosi nel salto in lungo e in alto. Purtroppo per lei queste due gare si sono svolte in contemporanea col pentathlon altrimenti era da finale in entrambe e da medaglia (anche d’oro) nel lungo. Outdoor invece deve fare i conti anche col giavellotto che insieme al peso rappresentano due gare ad handicap per lei, difficile poi recuperarne due (mentre in tutte le gare di velocità si difende piuttosto bene).
Personalmente aggiungerei una menzione anche per Bukowiecki (che tecnicamente ha ancora 17 anni) che ha fatto una serie di lanci in finale tutte intorno ai 20.40 (e onestamente non me lo aspettavo già pronto a questo livello) e per la Hinriksdottir che “poverina” si tira sempre le gare da sola e che comunque riesce a fare tempi incredibili (e anche lei è ancora junior).
In genere i campionati indoor servono per far crescere i giovani (cosa che in Italia non si capisce… vero anche che qui riteniamo “giovani da far debuttare” i 25+ enni) ed è bello vedere ragazzini con questo temperamento!
Bellissima poi la tripletta francese, era nell’aria già da Zurigo, ma questa volta meno parole e più fatti =P
E alzi la mano chi non ha tremato prima dell’ultimo tentativo di qualifica di Lavillenie…
ale sandro
6 Marzo 2015 at 19:56
Cose interessanti come la Johnson-Thompson che ha tutte le premesse per diventare una grandissima , non solo nell’eptathlon all’aperto, la tripletta francese negli ostacoli, con tre atleti uno più forte dell’altro, e in prospettiva Belocian che potrebbe lottare ancora più da vicino con Martinot-Lagarde. Di Storl manco a parlarne perchè non c’è bisogno, bravo Tornéus che si toglie una grande soddisfazione dopo i costanti progressi degli ultimi anni.
Per gli azzurri bene i tre finalisti. La speranza è per tutti gli altri presenti qui ,di vedere miglioramenti degli stagionali senza dubbio , e dei personali per i più giovani. Non mi aspetto altro visti i tempi. In quanto a Galvan contento per lui , e ora bisogna cercare di avvicinare e magari anche migliorare quel personale fermo lì da un po’. Se ci riuscirà arriverà anche un bel risultato in finale. Buona cosa la cancellazione delle batterie dei 1500 femminili, possibilità di una gara tutta d’attacco per la Del Buono nella finale di domenica, potrebbe tirare il collo a più di un’avversaria. Ma a queste cose si penserà tra due giorni, domani tanti azzurri sin dal mattino, gran curiosità in particolar modo per i 3 altisti.