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Ciclismo
Giro d’Italia 2015: due settimane di Alberto Contador
Con il secondo giorno di riposo del Giro d’Italia ormai alle porte, riviviamo le prime due settimane della Corsa Rosa seguendo quanto fatto, giorno per giorno, da Alberto Contador, attuale leader della gara e principale indiziato a portare il simbolo del primato fino a Milano.
La competizione, per lui, si è aperta nel migliore dei modi. Nella cronosquadre inaugurale lo spagnolo è risultato essere il migliore degli uomini di classifica assieme alla sua Tinkoff-Saxo, capace di chiudere in seconda posizione consentendo al proprio capitano di iniziare con il piede giusto. Nella tappa di Genova e di Sestri levante si è comportato sin da subito come il padrone della corsa, pur con una squadra al fianco non perfetta, specialmente in salita. Questi limiti si sono evidenziati specialmente nella quarta tappa, con arrivo a La Spezia dove l’Astana è riuscita a mettere in difficoltà la Tinkoff.
Nonostante questo il Pistolero è salito in quarta posizione in classifica generale, mettendosi nella posizione ideale per conquistare la rosa nella tappa dell’Abetone, dove ha subito dimostrato di avere un ottimo passo in salita, attaccando in prima persona pur senza fare realmente la differenza. La giornata più difficile, probabilmente, è arrivata il giorno dopo, a Castiglione della Pescaia. L’ormai arcinota caduta che ha coinvolto Daniele Colli ha lasciato il segno anche sul vincitore del Giro d’Italia 2008, che ha subito una sublussazione alla spalla. Per qualche ora si è addirittura temuto per un suo ritiro, ma è riuscito a ripartire il giorno successivo indossando il simbolo del primato e difendendosi nella tappa di Fiuggi.
Già a Campitello Matese, secondo arrivo in salita del Giro, la situazione sembrava migliorata. Contador non ha attaccato, ma ha risposto prontamente a tutti gli attacchi degli avversari, pur con Aru sempre a pochi secondi di distanza in classifica. A San Giorgio del Sannio, dopo una tappa movimentata, proprio il sardo ha rosicchiato un secondo in volata a Contador dopo che i due avevano attaccato dal gruppo con Richie Porte e Mikel Landa. Il rientro dopo il giorno di riposo, con la volata di Forlì, ha regalato altro tempo per recuperare a pieno dall’infortunio alla spalla. Ad Imola, sull’ultima salita, ha saggiato gli avversari diretti con un breve quanto incisivo scatto sull’ultima ascesa, mentre a Monte Berico si è accontentato del secondo posto dietro Gilbert conquistando così abbuoni e tempo sui più diretti inseguitori, con Aru scivolato a poco meno di 20”. L’unico scivolone Contador l’ha patito nella 13esima tappa. Insidiosa e bagnata, nei pressi di Marina di Jesolo, sede d’arrivo, è stato coinvolto in una caduta che gli ha fatto perdere per la prima volta in carriera in una corsa di tre settimane la maglia di leader.
La Rosa è durata poco sulle spalle di Fabio Aru, perchè già ieri Contador ha demolito la concorrenza nella cronometro di Valdobbiadene, prima dell’ennesima dimostrazione avvenuta oggi nella tappa di Madonna di Campiglio. Il Giro ha il suo padrone quando mancano solo sei tappe alla conclusione: ribaltare il risultato, con questo Contador al comando della corsa, sembra quasi utopia.
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gianluca.santo@oasport.it