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Beach Soccer, Baku 2015: Matteo Marrucci: “Ai Giochi Europei puntiamo al podio!”

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Per la prima volta il beach soccer si affaccia nel programma olimpico europeo. A Baku, infatti, le otto formazioni che scenderanno in campo in questa disciplina che abbina il pallone e la sabbia si giocheranno le prime storiche medaglie. Tra le squadre che lotteranno per salire sul podio c’è anche l’Italia. Il gruppo guidato da Massimiliano Esposito, che nei prossimi giorni sarà impegnato nelle qualificazioni al Campionato Europeo, scenderà in campo solo nell’ultima settimana dei Giochi Olimpici Europei, esattamente dal 24 al 26 giugno (il 27-28 giugno per le eventuali semifinali e finali). Per arginare gli attacchi di Spagna e Russia, le finaliste mondiali che si trovano nello stesso girone degli azzurri, occorrerà un grande lavoro da parte dei difensori. A comandare la retroguardia della Nazionale azzurra di beach soccer toccherà a Matteo Marrucci,  giocatore del Bargecchia, il quale ha concesso un’intervista alla nostra redazione dove ha espresso la sua gioia riguardo la possibilità di partecipare alla prima assoluta del beach soccer nei Giochi.

Quali sono gli obiettivi dell’Italia a Baku?
L’obiettivo dell’Italia a Baku è uno solo: salire sul podio. Nel cuore di ognuno di noi sappiamo anche su quale gradino vorremmo salire, ma sicuramente non sarà facile”.

Girone di ferro con Russia e Spagna: come contate di superarlo e quante chance vi date?
Russia e Spagna sono le finaliste dell’ultimo Mondiale. Questo rende l’idea della difficoltà del girone. Nelle ultime due estati però ci siamo confrontati con entrambe in più di un’occasione, e abbiamo scoperto che non sono imbattibili. Dovremo però essere al top. Non sottovalutiamo l’Ungheria, l’altra squadra del gruppo, che sta avendo una crescita notevole”.

Cosa significa per il beach soccer la prima partecipazione ai Giochi Europei? Potrebbe essere la prima tappa per il raggiungimento anche delle Olimpiadi vere e proprie?
Il beach soccer a Baku è un traguardo storico per questo sport. L’augurio è che possa divenire una specialità olimpica in tutti i sensi. Non ha niente da invidiare alle altre discipline sotto ogni punto di vista, anzi. Sinceramente mi aspettavo che potesse essere inserito nel programma olimpico già da Rio 2016, solo per il fatto che il Brasile è la patria del beach soccer. Spero che già da Tokyo 2020 il beach possa essere inserito nelle discipline olimpiche”.

L’estate del beach soccer, tra qualificazioni agli Europei, Giochi di Baku e FIFA World Cup, sarà ricca di impegni. Baku è solo una tappa intermedia in vista dell’appuntamento più importante?
Definire un’Olimpiade una tappa intermedia mi sembra un po’ riduttivo. Non credo di esagerare se la metto sulla stesso piano della Fifa World Cup. Sono entrambi eventi che scriveranno la storia di questo sport e dobbiamo prepararli allo stesso modo, con la massima concentrazione e con il massimo impegno. Anche l’Europeo non è da meno: forse il fatto che si giochi ogni anno lo fa apparire in questa stagione leggermente in secondo piano, ma per noi riveste comunque un’importanza fondamentale, anche perchè la prima tappa dell’Europeo coinciderà con il nostro esordio stagionale e vogliamo partire col piede giusto. Non dimentichiamo infine i Giochi del Mediterraneo di Pescara a settembre, dove saremo i padroni di casa”.

Cosa vi è stato detto a Formia, nel ritiro della Nazionale, per quanto riguarda i prossimi impegni? A cosa puntate?
A Formia sono stati giorni fondamentali per la nostra preparazione fisica e mentale. Come già detto, non ci poniamo limiti. Siamo consapevoli delle nostre potenzialità e crediamo di potercela giocare con chiunque. Dipende solo da noi, dalla nostra umiltà, dalla nostra voglia di sacrificarci, di restare uniti e lottare tutti insieme”.

Il punto sul beach soccer nel nostro Paese. Secondo te è uno sport che interessa agli italiani? Brasile, Spagna, Portogallo e Russia su tutte, cos’hanno in più rispetto all’Italia?
Il beach soccer in Italia sta riscuotendo molto seguito anno dopo anno. Naturalmente il fatto che si giochi solo per tre mesi ne limita un po’ la visibilità. Personalmente, relativamente alle condizioni climatiche, credo che si possa giocare almeno da marzo fino a ottobre. Nonostante questo il nostro campionato è uno dei primi due-tre al mondo come prestigio e livello di difficoltà. Mi auguro che il beach possa prendere sempre più piede e acquisire un autonomia ancora maggiore rispetto al calcio. Nazioni come Brasile,Spagna e Portogallo hanno forse una maggiore tradizione, sono state le nazioni guida per anni. La Russia lo è diventata recentemente sulla base di un programma mirato all’evoluzione specifica del beach soccer, nonostante le rigide condizioni climatiche hanno infatti strutture al chiuso dove giocare anche nei mesi più freddi. Ma anche la nostra federazione sta facendo numerosi sforzi per metterci nelle condizioni di rendere al meglio. Speriamo di poterla ripagare”.

Chi potrebbe essere la rivelazione della Nazionale azzurra in questa estate?
Mi auguro che chiunque venga chiamato in causa possa rendere al meglio e dare una mano al gruppo. Una singola rivelazione potrebbe non bastare. Dobbiamo fare la differenza come collettivo, solo così possiamo sperare di ottenere grandi risultati”.

 

 

sergio.arcobelli@oasport.it
Foto da FIGC Raduno Nazionale a Formia
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