Seguici su

Atletica

Atletica, Golden Gala – Una serata stellare: 2 personaggi, alto tasso tecnico, pathos e l’Italia…

Pubblicato

il

Sarà mancato Usain Bolt, gli spalti dell’Olimpico di Roma erano forse un po’ vuoti rispetto a quanto siamo ormai abituati a vedere, ma l’atletica leggera ha assolutamente brillato al Golden Gala – Pietro Mennea, classica tappa della Diamond League e uno dei meeting più importanti e apprezzati del circuito.

 

Due autentici personaggi svettano su tutti: Justin Gatlin e Pedro Pablo Pichardo. Lo statunitense, punzecchiato sovente nelle ultime settimane sulle due squalifiche per doping, ha risposto nuovamente in pista: dopo il 9.74 dell’ultimo appuntamento ha servito un nuovo 9.75 sui 100m, che rappresenta il record del Golden Gala (battuto il precedente 9.76 di Usain Bolt) e che è a un solo centesimo dal miglior tempo su suolo italiano di sempre (il mitico 9.74 di Asafa Powell).

Justin Gatlin mette così in chiaro le cose e lancia nuovamente il guanto di sfida a Usain Bolt, già sconfitto a Roma nel 2013. Il Campionissimo, la grande icona dell’atletica leggera, Fulmine di tutti i tempi è ancora in ripresa dagli acciacchi della passata stagione. Non ha convinto la sgambata di Ostrava sui 200m, distanza su cui intende concentrarsi nei prossimi mesi. Che si mascheri e mescoli le carte in vista di un possibile duello ai Mondiali sulla distanza più breve?

 

Pichardo è invece la star del momento. A Eugene ha dato uno scossone autentico al salto triplo, si è poi replicando piazzando un vertiginoso 18.08 e il record del Mondo di Edwards sempre essere a un passo. Il giovanissimo non è stato da meno a Roma: certo un po’ di caldo e il vento contrario gli hanno impedito di andare oltre la fatidica barriera per la terza volta consecutiva, ma il 17.96 della pedana capitolina lo ha davvero consacrato. Non è una meteora, anzi! Per la cronaca questo è comunque il record del Golden Gala (abbattuto il 17.60 proprio di Jonathan Edwards che reggeva dal 1998) e anche il miglior risultato all-time nel nostro Paese. Ci farà divertire tantissimo nei prossimi mesi in possibili duelli con tutti gli altri big della disciplina.

 

Dispiace per Renaud Lavillenie. Un autentico agonistica, sempre desideroso di regalare spettacolo, non è riuscito a volare oltre i 6 metri. Voleva il Record dello Stadio, desidera superare nuovamente Bubka, ma probabilmente la prestazione monstre di Eugene (6.05 e tentativo di mondiale) è rimasta nelle gambe del numero 1 del salto con l’asta.

A livello tecnico vanno assolutamente segnalate le cinque migliori prestazioni mondiali stagionali che innalzano ulteriormente il valore del meeting. Siamo a giugno, la stagione è nel pieno del suo svolgimento e le mpm iniziano ad avere un certo peso. Brillano soprattutto i 2 metri di Ruth Beitia che ha regalato il numero più bello della serata: all’ultimo assalto, quando la gara di salto in alto sembrava ormai definitivamente nelle mani di Blanka Vlasic, ha sorvolato l’asticella alla fatidica barriera e ha trionfato quando forse nemmeno lei se lo aspettava.

Gli 800 metri di un grande Aman (1:43.56, sette uomini sotto 1:45!), il primo sub 13 minuti della stagione sui 5000m (12:58.39 per Yomif Kejelcha), il sub 4’ di Jenny Simpson sui 1500m (3:59.31), i 3000m siepi di Hyvin Kiyeng (9:15.08).

 

Davvero stellare la gara di tiro del giavellotto, peccato per l’infortunio della stella Sally Paerson sui 100m ostacoli e per i problemi in riscaldamento della Campionissima Shelly-Ann Fraser-Pryce, colpo di scena la sconfitta di Christophe Lemaitre sui 200m per mano del greco Tsakonas, deludono big come Anna Chicherova.

Dispiace dirlo ma l’Italia è poco più che una comparsa. Positiva la prestazione di Giordano Benedetti (1:45.07, minimo per i Mondiali, grazie a una condotta di gara pulita in un 800m di altissimo livello tecnico), Norbert Bonvecchio che torna a viaggiare in zona 80 metri col suo giavellotto fa ben sperare, ma per il resto…

Delude Alessia Trost: tre nulli a quota 1.90m non si addicono a un’atleta del suo calibro. Libania Grenot è ancora fuori forma: la Campionessa d’Europa comincia da lontano la sua rincorsa verso i Mondiali. Tempi e prestazioni di poco rilievo internazionale (questa era la caratura della gara) da parte degli altri azzurri impegnati in pedana nelle gare che contavano davvero.

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità