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Tuffi, Europei Rostock 2015: donne da record per l’Italia. E c’è un futuro
ROSTOCK – Dieci mesi dopo è tutto più bello. L’Europeo di Tania Cagnotto è terminato con il sorriso più grande, con la medaglia più ambita, con la gioia che da anni mancava alla bolzanina. 1 metro, 3 metri sincro, e finalmente gli agognati 3 metri individuali. Con tanto di pass olimpico anticipato per guardare con fiducia anche ai Mondiali di Kazan (24 luglio-2 agosto), l’altro grande appuntamento stagionale. E’ la forza dei nervi della bolzanina che ha fatto la differenza. Sempre allo sprint, da pochi punti (o centesimi) di differenza sulle agguerrite rivali alla sistematica vittoria. Sta bene, ora, la regina dei tuffi azzurri. Dopo una primavera delicata è salita a quota 17 ori europei e 25 medaglie totali. Un record stracciato dopo l’altro.
Tania Cagnotto, a Rostock 2015, ha saltato sola ma anche accompagnata. Da una Francesca Dallapè mai vista così brillante da molto tempo a questa parte. Il sincro ormai pareva poco più che una formalità, ma le lacrime post gara della trentina hanno sottolineato come non si debba mai dare nulla per scontato. E quando arriva il settimo oro di fila le emozioni sono identiche alla prima volta, Torino 2009. Poi c’è l’individuale, in cui Francesca ha chiuso quarta con un punteggio che sarebbe valso l’oro a Berlino 2014. Ma nessun rammarico, anzi. La consapevolezza di vivere una seconda giovinezza, con un doppio e mezzo rovesciato da 7 e la presenza tra le migliori d’Europa. Sognando, a questo punto, la finale mondiale per bissare il pass olimpico. Con una gara così, tutto è alla portata.
Per la prima volta da anni, ormai, il settore femminile può anche guardare con fiducia al dopo Rio grazie a risultati concreti a livello senior. Elena Bertocchi, milanese nata nel 1994, è quarta da 1 metro all’esordio internazionale. Dopo un’eliminatoria sofferta, con due errori e il grande rischio di uscire dai giochi prima del tempo, la lombarda ha saltato senza alcuna pressione in finale e si è classificata ai piedi del podio senza alcun rammarico. Le qualità ci sono sempre state (Elena vanta 4 ori europei giovanili) e ora ecco quello che speriamo sia solo il primo assaggio. Continuando a lavorare, anche e soprattutto da 3 metri, l’Italia può avere un futuro dopo il 2016.
Europeo positivo anche per Noemi Batki, che pur senza brillare ha portato a casa un bronzo dalla piattaforma sempre prezioso per il morale. Ma, considerato l’andamento della gara, è innegabile che vi sia – nella triestina in primis – un po’ di amarezza per aver visto sfumare un oro alla portata che sarebbe significato pass olimpico anticipato. La sensazione, adesso, è che per raggiungere la finale mondiale serviranno forse più dei 323 punti totalizzati per il podio. Noemi lo sa ed è motivata per dimostrare le proprie capacità anche nella manifestazione iridata, per lei finora sempre tabù.
Tra gli uomini nuovamente promosso il 20enne Giovanni Tocci, sesto da 1 metro nel 2014 e capace di migliorarsi chiudendo quinto poco distante dal podio. Il cosentino, talento e testa, possiede ora tutte le caratteristiche per affermarsi anche nella specialità olimpica, in cui Michele Benedetti e Tommaso Rinaldi non hanno saputo raggiungere la finale nell’individuale. I due romani si sono parzialmente riscattati con un quinto posto nel sincro in linea con le previsioni, ma il gap con i mostri sacri del Vecchio Continente rimane notevole. Altalenante Andrea Chiarabini, e del resto è una caratteristica che l’ha sempre contraddistinto. Ottimo in eliminatoria (sesto da 1 metro), più impreciso in finale nonostante il coraggio di aumentare i propri coefficienti di difficoltà. Ma, dopo un 2014 transitorio con il passaggio dalla piattaforma al trampolino, l’ex bimbo prodigio dei tuffi italiani, sembra aver trovato nuova linfa. Quello che sarebbe in grado di fare è chiaro ai più: si attende sempre la sua consacrazione. Ok anche Francesco Dell’Uomo e Maicol Verzotto, in finale nell’individuale e sesti nel sincro con buon punteggio. Difficile chiedere altro.
Allargando lo zoom in campo internazionale, Rostock 2015 si è rivelata un’edizione con molte sorprese specialmente al maschile. La stanchezza accumulata dai vari Patrick Hausding, Ilya Zakharov, Evgenii Kuznetsov e Illya Kvasha durante le World Series è stata sfruttata al meglio da 1 e 3 metri da un Matthieu Rosset in stato di grazia, mentre Victor Minibaev ha perso dalla piattaforma dietro a Martin Wolfram, protagonista a lieto fine di una storia molto sfortunata. Più vicini ai pronostici della vigilia i sincro e le gare femminili, in cui da 10 metri Yulia Prokopchuk ha beffato la francese Laura Marino sfruttando la maggior esperienza internazionale e bissando l’oro di due anni fa dopo una primavera non esaltante.
Il medagliere è stato vinto dalla Russia, davanti all’Italia e alla Germania, parziale delusione dell’evento. Strepitoso quarto posto per la Francia, due ori e un argento grazie ai suoi due atleti di punta che sono maturati grazie all’esperienza in Australia vissuta a fine 2014. Poche strutture, allenatori in fuga e visibilità mediatica quasi nulla: ora però la solfa può cambiare per i cugini d’Oltralpe, che con Benjiamin Auffret hanno raccolto anche un quarto posto dalla piattaforma. Il podio di Laura Marino, addirittura amaro dopo aver dominato la gara fin dall’eliminatoria, è stato il primo al femminile dal 1950 a oggi. La sensazione è che non sarà affatto l’ultimo.
I quattro pass olimpici già assegnati (si ricorda che sono per nazione e non per atleta, quindi teoricamente i nomi possono essere diversi):
3 metri M: Francia (vincitore Matthieu Rosset)
3 metri F: Italia (vincitrice Tania Cagnotto)
10 metri M: Germania (vincitore Martin Wolfram)
10 metri F: Ucraina (Yulia Prokopchuk)
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francesco.caligaris@oasport.it
Foto da: DeepBlueMedia/Giorgio Perottino (comunicato ufficiale Len)