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Ciclismo

Ciclocross: l’Italia con la bici in spalla

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La tappa romana della Coppa del Mondo di ciclocross ha acceso i riflettori su una specialità molto particolare dell’universo ciclismo.

Il ciclocross, per chi non lo conoscesse, è considerato quasi il parente povero di ciclismo su strada e mountain bike. In realtà le caratteristiche della competizione ne danno una ben definita propria dignità di sport dai contorni quasi eroici. Si tratta di percorrere in un’ora di gara un percorso dalla lunghezza variabile dai 2 ai 5 km, il fondo è sterrato e vi sono vari ostacoli, sia naturali sia artificiali che obbligano il corridore a percorrere diversi tratti con la bicicletta in spalla.

In Italia questa specilità sta avendo un interessante aumento di praticanti e i numeri dell’evento romano lo confermano. Erano infatti ben 40 i corridori azzurri che, nelle varie categorie, si sono presentati alla partneza del Memorial Romano Scotti.

Siamo ancora lontani dal vero e proprio dominio fiammingo della specilità, ma il D.T. Fausto Scotti può contare su alcuni nomi di assoluto livello. Nella categoria elite non ha disatteso le aspettative Marco Aurelio Fontana, il biker ricordato per aver perso il sellino nel cross country olimpico ed essere comunque riuscito ad arrivare al bronzo. Questa volta, il lombardo, ha ricevuto qualcosa indietro dalla dea bendata, ottenendo un podio dopo aver approfittato di un problema alla catena di un avversario. Ma non è solo Fontana il presente del ciclocross, non possiamo dimenticare la Maglia Rosa del Giro d’Italia Ciclocross Enrico Franzoi che abbina l’attività crossistica con la strada.  Anche in rosa abbiamo nomi importanti, una fra tutte la bolzanina Eva Lechner, prima azzurra a Roma con l’ennesima prestazione da top ten. Tra i giovani le migliori promesse sono affidate ai gemelli Braidot e a i molti talenti che si vedono all’orizzonte. Uno su tutti Gioele Bertolini che ieri ha conquistato un importantissimo secondo posto dietro al dominatore della categoria Van der Paul.

Si è discusso molto ultimamente di come la pista aiuti i corridori a performare su strada. Anche il ciclocross ha però indubbiamente i suoi benefici per gi atleti che vi si cimentano, sia per la preparazione muscolare che per sviluppare le abilità di guida della bicicletta, la stabilità e perchè no, per rompere la monotonia degli alenamenti.

Chissà, magari un giorno potremmo avere dei grandi ciclisti su strada provenienti proprio dal ciclocross. Per ulteriori delucidazioni rivolgersi a Marianne Vos…

danilo.patella@olimpiazzurra.com

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